ALESSANDRO CRISAFULLI
Cronaca

"Pessina, un talento anche fra i banchi"

Stefano Motta, professore di liceo, ricorda gli anni da studente della giovane promessa del calcio esplosa all’Atalanta

di Alessandro Crisafulli

"Chi poteva immaginare che a spiegargli Cicerone, tiravo fuori un campione?". Sorride, Stefano Motta, mentre riguarda le due meraviglie con le quali Matteo Pessina ha affossato il Napoli e regalato alla sua Atalanta la finale di Coppa Italia contro la Juve. Sorride e pensa a quelle frasi pronunciate di recente proprio dal nuovo gioiello del calcio tricolore, nato a Monza e cresciuto con la maglia biancorossa: "Sento spesso il mio prof di latino - aveva dichiarato - è un piacere confrontarsi con un uomo di spessore". E ancora: "Ho fatto lo scientifico, tanta matematica e geometria: materie che ti aprono la mente, acquisisci prontezza di pensiero.

Si accende una lampadina in testa e vedi una linea di passaggio a un compagno, dove un istante prima non c’era". Parole che in questi giorni stanno impazzando sui social network e fanno brillare gli occhi al suo docente di italiano e latino, allora al Villoresi di Monza: "Sono frasi che fanno indubbiamente piacere – racconta Motta, 45enne desiano, noto anche come scrittore e coordinatore di Italia Viva in città - tra di noi c’è una amicizia non comune tra docente e alunno, ci sono dei fili che ci legano, grazie alla sua grande maturità. Da insegnante pensi sempre tu di illuminare i tuoi ragazzi, invece in questo caso è il contrario. E quando vedi qualcuno come Matteo, o anche chi diventa medico, avvocato, che poi ti ringrazia, è una grande soddisfazione". Un rapporto intenso, tanto che Motta mostra con orgoglio la maglia Azzurra che Matteo gli ha regalato dopo l’esordio in Nazionale, con una dedica speciale, "a Stefano, amico e maestro". "All’epoca giocava già nel Monza ed era considerato un talento - ricorda il prof - ma anche in classe, e sui libri, era uno che mordeva le caviglie, non mollava mai, aveva fame: avrebbe potuto tirarsela, invece è sempre rimasto umile, se non capiva qualcosa chiedeva e poi era onesto: anche se una frase da tradurre non gli riusciva, non si abbatteva e non copiava, perché dallo sport aveva imparato che non si bara, non si truccano le carte". Scuola e sport, penna e pallone. Pura ispirazione, per tanti coetanei. "Troppi pensano che lo sport sia un ostacolo per lo studio ma non è affatto così – sottolinea il docente -, i migliori studenti che ho avuto erano anche i migliori sportivi. La scuola allena lo sport e lo sport allena la scuola. Quando qualche genitore blocca gli allenamenti del figlio, per qualche brutto voto, sbaglia: se non si allenano la capacità volitiva e la disciplina in un ambiente giocoso come si può farlo nello studio?".

Concetti dei quali Pessina si sta dimostrando il miglior esempio possibile. "Non è l’unico ma credo sia davvero l’antitesi di come è dipinto e visto oggi il giovane calciatore, che pensa solo all’immagine, ai soldi e fa fatica a parlare. Matteo è un ragazzo dolce, poetico, maturo".