Trenta gruppi contro Pedemontan: si allarga il fronte del no all’asfalto

Le associazioni ambientaliste hanno deciso di coordinarsi Da Meda ad Arcore si prepara una grande manifestazione

L’ecologista Roberto Sala mostra i terreni che saranno devastati dalla Pedemontana

L’ecologista Roberto Sala mostra i terreni che saranno devastati dalla Pedemontana

Arcore (Monza) -  No Pedemontana . Si ingrossa e si organizza il movimento di protesta che vuole fermare l’autostrada. Più di 30 associazioni e gruppi ambientalisti si sono riuniti in coordinamento e stanno preparando una grande manifestazione per domenica 23 maggio: "Saremo insieme ai cittadini in più punti delle due nuove tratte da Meda a Vimercate. Tra Arcore e Usmate il raduno è al Laghettone, una valle boschiva popolata da scoiattoli e volpi che sarà devastata dal passaggio della dell’autostrada", dice Roberto Sala, anima ecologista arcorese, che insieme ad altri sta tessendo i legami del fronte della protesta.

L’allarme è scattato con l’assegnazione del maxi appalto da 1,4 miliardi della tratta brianzola di Pedemontana. L’associazione temporanea d’impresa formata da Webuild (ex Salini Impregilo) con Pizzarotti e Astaldi, è risultata prima nella graduatoria delle offerte per portare a termine i due lotti (B2 e C) dell’autostrada con la formula del general contractor. Cioè: progetto, parziale prefinanziamento, costruzione. "Pedemontana è una autostrada che si aggiunge a strade già presenti e che poi porterà a chiedere altre strade", scrivono gli ecologisti nel documento fondativo. 

«E’ un modello di sviluppo da cambiare perché la Brianza non può e non deve essere un deserto di asfalto e cemento". Nella Brianza Vimercatese a muoversi per primi sono stati Immaginarcore e il Circolo Gaia Legambiente di Usmate Velate, mentre il Comitato per la mobilità sostenibile di Vimercate ha lanciato una petizione on line che ha raccolto 1500 firme. Tutti a difesa delle colline tra Arcore e Usmate Velate, visto che l’autostrada ci passerà in mezzo. «Si pensa anche di affrontare il problema della Diossina, prodotta dal disastro dell’Icmesa e presente sulla tratta B2 (da Meda a Bovisio Masciago) con un Progetto Operativo di Bonifica "al risparmio" insufficiente e comunque rischioso a causa della movimentazione di terreno contaminato".