Pedemontana, espropriati pronti a una class action

Lo annuncia il presidente di Onlit Dario Balotta. Oggi assemblea a Desio

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Gli espropriati di Pedemontana si mobilitano. Sul tavolo c’è l’ipotesi di intraprendere una class action per liberarsi dalla scomoda posizione di ostaggi di un cantiere di cui non solo non si vede il traguardo, ma è incerta anche la data di inizio.

Il problema interessa quasi 25mila porzioni di territorio di privati cittadini e imprese che da 12 anni, e ancora almeno per un altro, come spiega Dario Balotta (nella foto), presidente dell’Osservatorio nazionale infrastrutture e trasporti, "saranno privati della disponibilità dei loro terreni e fabbricati senza essere indennizzati". Espropri che, ricorda Balotta, sono scaduti ben due volte e successivamente prorogati.

Sarà questo uno dei temi caldi dell’assemblea convocata per questo pomeriggio alla Sala Pertini di piazza Don Giussani a Desio. A promuovere l’incontro, il coordinamento No Pedemontana e una decina di altre associazioni, comitati e circoli ambientalisti. I tempi si stanno allungando a dismisura, ricorda Balotta, che sarà uno dei relatori. Il consorzio giunto secondo nella gara per l’assegnazione della maxi commessa da 1,3 miliardi di euro, composto da Saipem, Technimont, Societa italiana per Condotte d’acqua e Rizzani de Eccher, ha infatti presentato ricorso al Tar. I motori accesi dal consorzio che riunisce Webuild, Pizzarotti e Astaldi dovranno restare spenti.

"I lavori sono fermi dal 2015, anno in cui, in occasione di Expo, l’opera avrebbe dovuto essere conclusa – ricorda Balotta –. Se il nuovo contenzioso durerà quanto il precedente, che dal 2015 al 2019 aveva coinvolto Strabag e l’appaltatore Pedemontana, si prevedono tempi lunghi e costi di costruzione altissimi, visto anche il balzo all’insù del costo delle materie prime. Il ritardo nella sua realizzazione è tale che la Provincia di Monza è costretta a spendere 540 mila euro per le manutenzioni ordinarie di 4 ponti che dovrebbero essere abbattuti proprio per far passare la Pedemontana e e da questa pagati".

Monica Guzzi