STEFANIA TOTARO
Cronaca

Paolo Romani e l’accusa di aver sottratto 83mila euro a Forza Italia: chiesto il rinvio a giudizio

Monza, nei confronti dell’ex capogruppo azzurro al Senato è già scattato lo scorso ottobre un sequestro preventivo per 345mila euro

Paolo Romani, ex parlamentare di Forza Italia

Monza, 19 Giugno 2023 - La Procura di Monza ha chiesto il rinvio a giudizio per peculato per l'ex senatore Paolo Romani. L'indagine, coordinata dalla pm monzese Franca Macchia e dal procuratore di Monza Claudio Gittardi, è partita da alcune segnalazioni per operazioni sospette sui conti di Forza Italia.

Le accuse 

Secondo le Fiamme gialle l'ex senatore di 'Cambiamo!', tra il 2013 e il 2018, quando era a capo del Gruppo Parlamentare del Popolo delle Libertà, "avendo la disponibilità di somme di denaro giacenti" sul conto del partito presso una banca di "Palazzo Madama e intestato al gruppo Forza Italia e con delega a suo favore, si appropriava dell'importo complessivo di 83mila euro", tramite tre assegni emessi a sua firma "e a sé intestati" e depositati sul proprio conto corrente a Cinisello Balsamo.

I finanzieri hanno ricostruito altre due operazioni analoghe. La prima per oltre 180mila euro spostati sul conto dell'imprenditore Domenico Pedico e su quello della sua 'CarontGraft D&K srl', attualmente in liquidazione. Denaro, secondo l'accusa, dirottato da Pedico sui suoi conti personali e poi restituito a Romani.

L'ex senatore avrebbe inoltre utilizzato 95mila euro circa per spese personali e per il pagamento di prestazioni o professionisti non conformi al regolamento del Senato della Repubblica.

I provvedimenti

Lo scorso ottobre il Tribunale di Monza ha avallato il sequestro preventivo di beni per quasi 345mila euro nei confronti di Paolo Romani. A eseguirlo il Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza di Milano, delegato dalla Procura di Monza.

I finanzieri hanno sequestrato somme giacenti su due conti correnti intestati all'ex senatore e un immobile di proprietà a Cusano Milanino. Romani e Pedico sono chiamati a presentarsi il 21 settembre all'udienza preliminare davanti alla gup monzese Silvia Pansini. Romani, difeso dagli avvocati Giammarco Brenelli e Daniele Benedini, ha sostenuto di avere agito in buona fede "nella convinzione di utilizzare somme che erano nella mia personale disponibilità, infatti utilizzai assegni quindi pagamenti tracciabili".