
Contestato il Piano strategico dell’Asst Brianza: le maggiori criticità su Desio e Carate
"Metà dei ricoveri fuori provincia e 1.700 posti letti meno del necessario, salute mentale specie sui ragazzi da potenziare e pronti soccorso in affanno".
Sono quattro delle otto lacune del Piano strategico di Asst Brianza, secondo il Pd. A firmare i rilievi dopo la presentazione del documento, 20 sindaci dem, da Monza a Vimercate, a Ceriano Laghetto, il consigliere regionale Gigi Ponti, Vincenzo Di Paolo, capogruppo Brianza Rete Comune, Ivano Riva, responsabile Sanità e Welfare e il segretario provinciale Lorenzo Sala. "Pur condividendo le proposte generali, ci sono difficoltà su come verranno attuate", spiegano i promotori. In cima alla lista, la "mobilità sanitaria" che costringe "soprattutto i più fragili a curarsi in ospedali molto distanti da casa". E sui posti letto - 3,7 ogni mille abitanti per legge - "siamo molto lontani: ne mancano 1.200 per acuti e 500 in day hospital. Un punto sul quale la direzione deve spiegare quali richieste farà alla Regione per risolvere la situazione in tempi brevi". Un discorso a parte riguarda "la soluzione dei problemi strutturali di Carate e Desio, oggi l’unica indicazione ai pazienti è di rivolgersi ad altri poli specializzati: un grave disagio per i cittadini senza un piano effettivo di interventi".
E poi ci sono "importanti ritardi sui fondi del Pnrr per le Case di Comunità, attualmente 11 su 17 con la prospettiva di aprire quelle che mancano entro il 2026, termine ultimo per utilizzare i fondi". Sul tema c’è anche una questione di merito: "Il ministero elenca i servizi che devono esserci all’interno delle Case e le nostre realtà sono molto distanti da quanto previsto". Ancora, difficoltà sulla gestione dell’emergenza, "il nuovo pronto soccorso di Desio sarà operativo nel 2028, l’operatività della struttura resta molto critica con tempi d’attesa pesanti per un bacino d’utenza di 400mila abitanti".
Urgente "anche un progetto per il pronto soccorso di Carate che non può più trovarsi nelle condizioni in cui versa oggi". Appunti sul personale: "Si parla di carriera, ma c’è il blocco assunzioni", mentre rimane "ancora grave la carenza di medici di famiglia". Nel piano "mancano gli stanziamenti" e non è riconosciuto "il ruolo che gli amministratori locali dovrebbero avere nella stesura di questi documenti. Il confronto non può limitarsi a un atto dovuto: serve un cambio di passo per garantire a tutti il diritto alla salute".