Padre Daniel e i suoi 80 “figli“ Dall’Argentina per aiutare gli ultimi

Dalla chiesa evangelica di via Marsala sostiene i derelitti da tutto il mondo e collabora coi servizi sociali

di Barbara Apicella

Quando padre Daniel Magnin nel 2007 è arrivato a Monza ha intuito subito che in questa città tanto lontana e diversa dalla sua Argentina avrebbe potuto compiere buone azioni. "Sempre con l’aiuto di Dio", come lui stesso ogni giorno ribadisce. Ad aprile ha celebrato con una grande festa il 15esimo anno di fondazione della chiesa cristiana evangelica “Un nuovo giorno“, che dal 2008 accoglie fedeli nella sede di via Marsala 34.

Tutti a Monza lo conoscono. Il molti lo chiamano semplicemente Daniel e sanno che bussando alla sua porta non solo trovano un aiuto per vestirsi e per mangiare, ma trovano soprattutto un amico con cui condividere un momento di difficoltà, a cui chiedere un consiglio o da cui ascoltare una parola di speranza, anche se non si è credenti o di una fede diversa. Oggi ha "sulle spalle" 80 persone alle quali ogni mese garantisce la spesa, alle quali si aggiungono le tante persone che conosciute per caso e che a lui si affidano. Oltre ai 60 fedeli che ogni settimana partecipano al culto.

Una storia intensa quella della famiglia Magnin: Daniel, 62 anni, la moglie Susanna con la quale è sposato da 39 anni e che lo ha riportato sulla retta via dopo una gioventù movimentata, e i tre figli Luca, Samuel e Alessandro. "Nel 2005 ho deciso con mia moglie di trasferirmi in Italia – racconta –. E di proseguire qui la mia missione di religioso".

Un appartamento nel quartiere Libertà grande poco più di 60 metri quadrati. Una casa che ben presto ha accolto per la preghiera decine di persone. "Alcuni vicini erano preoccupati da quel continuo viavai di persone. C’erano momenti in cui nel piccolo salotto erano riunite 20 persone". Donne maltrattate, padri separati, giovani tossicodipendenti, uomini che avevano perso il lavoro. Padre Daniel poi nel 2008 ha aperto la chiesa in via Marsala, e a quel punto il flusso di fedeli e di persone in difficoltà è aumentato. "Abbiamo aiutato persone provenienti da ogni parte del mondo. Da allora continuiamo a raccogliere e a distribuire a persone che ci vengono segnalate dai servizi sociali o che stanno attraversando un reale momento di difficoltà cibo, vestiti, medicine. C’è chi resta diventando amico, c’è chi invece va via, c’è chi abbraccia il culto e poi c’è anche chi ritorna". Un ritorno da padre Daniel da persona cambiata, proprio grazie a quell’incontro con quel religioso argentino che aveva aperto le porte di casa durante un momento di difficoltà.

"Ricordo bene il caso di un ragazzo. Lo aveva incontrato mio figlio. Era in una macchina, vicino a un albero. Pensava si fosse sentito male, invece ha scoperto che in quell’auto quell’uomo viveva. È venuto a casa nostra: si è lavato, si è cambiato, ha mangiato, ci ha raccontato la sua storia di fragilità e di dipendenza. Per un po’ di tempo è ritornato poi, improvvisamente, è scomparso. A distanza di qualche anno un giorno è ritornato, ma io non lo avevo riconosciuto. Un uomo ben vestito. Mi ha raccontato che grazie a me era ritornato sui binari giusti: aveva trovato un lavoro, ritrovato sua moglie e i suoi figli".

Una gioia immensa per padre Daniel che, a Monza, non sempre ha avuto vita facile. ""Non sono mancati momenti di difficoltà, in alcuni casi chiusure da parte delle istituzioni. Ma oggi siamo diventati un punto di riferimento e anche i servizi sociali sanno che, quando c’è bisogno, noi ci siamo sempre".