Fino al tardo pomeriggio di ieri, le squadre dei vigili del fuoco sono rimaste al lavoro per riuscire a disincastrarlo. Anche perché nel mezzo era arrivato il diktat del medico anamotopatologo: bisognava non alterare la scena, per capire meglio cosa fosse accaduto. E anche le operazioni di recupero hanno dovuto arrestarsi, mentre il capannone della ditta rimaneva presidiato solo dalla vetture delle polizia e dai mezzi dei pompieri e gli altri lavoratori uscivano alla chetichella dal retro. Per un ragazzo egiziano di 22 anni, dipendente della Corioni srl di via Enrico Petrella, al confine fra Monza e Cinisello Balsamo, era già chiaro da subito che non c’era nulla da fare. Erano le 16 circa di ieri quando nell’azienda che si occupa di recupero e smaltimento rifiuti da circa quarant’anni si è registrato il quinto infortunio sul lavoro con esiti mortali dall’inizio dell’anno nel solo territorio della provincia di Monza e Brianza.
Mancavano pochi minuti allo scoccare delle 16 quando, secondo le prime ricostruzioni, il giovane operaio è rimasto incastrato nel nastro trasportatore per la compattazione dei rifiuti. Risucchiato nel nastro, una scena dell’orrore, neppure il tempo di cacciare un fiato. I colleghi si sono immediatamente precipitati ad aiutarlo, ma hanno presto capito che non c’era alcuna possibilità. Non appena intervenuti i soccorsi, allertati dai colleghi, non è rimato che constatare il decesso del giovane. Ambulanza e auto medica in codice rosso inviati dal 118 sono tornati con un esito amaro: senza trasportare nessuno, senza poter nemmeno tentare di soccorrere. Anzi, la parte più gravosa è stata appunto il recupero del corpo della vittima, rimasta a lungo tra intrappolata in quei meccanismi. Con gli agenti della Scientifica e gli ispettori dell’Ats a effettuare i rilievi del caso.
Scioccati i sindacati: "Dall’inizio dell’anno in Brianza sono già morti cinque lavoratori – fa sapere Federica Cattaneo, della segreteria Cgil – erano quasi tutti giovanissimi". Il primo un 64enne caduto da una scala mentre ristrutturava una villetta, il secondo in un cantiere edile a Monza ad aprile: un egiziano di 42 anni che era stato colpito da un pezzo di metallo sganciatosi da una gru. Aveva fatto appena arrivare in Italia moglie e 4 figli. A Brugherio, un un ragazzo gambiano di 24 anni era stato colpito da una fiammata in una ditta di vernici, poi a Sovico un marocchino di 33 anni era stato centrato da un carico sospeso in una carpenteria metallica. Sino alla tragedia di ieri. I numeri saltano all’occhio: tra le cinque vittime tre sono giovani di origine straniera. Tutti in un raggio di poche decine di chilometri nella ricca e produttiva Brianza.