Ornago, mesi di minacce al sindaco. La firma: Freddy Krueger

Da due mesi Daniel Siccardi è bersagliato da foto macabre: "Temo per i miei figli". L’ultima è una sua immagine con un’ascia conficcata in testa

Il sindaco di Ornago, Daniel Siccardi

Il sindaco di Ornago, Daniel Siccardi

Ornago (Monza) - «Non ho paura per me. Ma per mia moglie e i miei figli di 2 e 12 anni". Daniel Siccardi, sindaco di Ornago, minacciato di morte prima via e-mail e ora per posta, passa e ripassa nella memoria pratiche spinose e possibili nemici "ma non trovo nessuno che potrebbe avercela con me fino a questo punto. Ho detto dei no, come è ovvio quando si amministra una comunità, ma il confronto con qualsiasi interlocutore è sempre stato franco. Non c’è un episodio dietro al quale possa celarsi un rancore covato così a lungo. Anche in un centro di 5mila anime come il nostro i nodi sono legati all’urbanistica. Ma non c’è nulla che possa essere sfociato in tanto odio". Quando, due mesi fa, è arrivato il primo messaggio nella casella elettronica ufficiale "l’ho preso per uno scherzo. Certo, la firma mi aveva fatto pensare, Freddy Krueger, il personaggio di Nightmare. Allegata c’era già qualche mia foto con orecchie e fronte tagliate, ma nulla di paragonabile all’ultima immagine, dove un’ascia mi apre la testa".

Siccardi non ha idea di chi possa esserci dietro, ma ipotizza un profilo psicologico: "Credo si tratti di un uomo, le foto sono così cruente che escludo che una donna possa ricorrervi. Sono troppo avanti per fare una cosa del genere. Si tratta di qualcuno di meticoloso che ha dimestichezza con l’informatica, le istantanee sono modificate con un programmino. Niente di specialistico, ma non è un’operazione alla portata di tutti". Per il 34enne primo cittadino, economista in forza alla Apple, il mistero è fitto. "Sono sicuro che si tratti di qualcosa che ha a che fare con il mio ruolo pubblico. Il lavoro non c’entra". Ieri, ha denunciato ai carabinieri l’accaduto. "Non l’ho fatto prima perché ero convinto che avrebbe smesso". Ha raccontato la vicenda con un post su Facebook. "Chissà se il mi persecutore l’ha letto". Ha capito che le cose erano cambiate quando ha trovato l’ultima lettera – la più minacciosa – nella cassetta della posta di casa. "In un paesino non è difficile sapere dove abita il sindaco, ma prendersi la briga di venire sin qui non è da tutti. Il mittente si è assunto il rischio di essere scoperto". In precedenza, aveva lasciato altri messaggi sulla soglia del Municipio.