STEFANIA TOTARO
Cronaca

Youssef ammazzato per strada da un commando armato: condanna a 16 anni per Hamza Haddaji

È la pena inflitta con il rito abbreviato dal Tribunale di Monza al marocchino di 32 anni per il delitto avvenuto a Sesto San Giovanni la sera del 23 ottobre 2023

Carabinieri sul luogo dell'omicidio in via Pisa a Sesto San Giovanni

Carabinieri sul luogo dell'omicidio in via Pisa a Sesto San Giovanni

Sesto San Giovanni (Milano) – Faceva parte del commando di una decina di persone che la sera del 23 ottobre 2023 in via Pisa ha messo in atto una spedizione punitiva a colpi di fucile, mazza, calci e pugni contro i pusher rivali. A restare ucciso fu Youssef Saadani, marocchino di 27 anni, raggiunto da un colpo di fucile che gli ha squarciato la gola. Martedì 27 maggio la giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Monza Elena Sechi ha condannato a 16 anni di reclusione, più tre anni di libertà vigilata dopo avere espiato la pena, Hamza Haddaji, marocchino di 32 anni.

L'uomo, ancora detenuto in carcere, era imputato di omicidio, tentato omicidio di un altro malcapitato e porto illegale di armi. La Procura di Monza aveva chiesto la condanna a 20 anni di carcere. La giudice ha trasformato l'accusa di tentato omicidio in quella di lesioni personali e ha concesso al 32enne le attenuanti generiche. Al processo con il rito abbreviato si sono costituiti parti civili i familiari delle vittime, rappresentati dagli avvocati Gianluca Paglino e Jessica Sala, che hanno ottenuto un risarcimento dei danni.

Haddaji era stato arrestato dai carabinieri il giorno dopo l'omicidio a Pero. Difeso dall'avvocata Monica Gnesi, ha ammesso di essere presente alla spedizione punitiva, ma di non avervi preso parte. Ora si attende la richiesta di rinvio a giudizio della Procura monzese per altri marocchini, dai 23 ai 38 anni, arrestati successivamente. Uno di loro è stato stanato in Spagna, mentre altri tre risultano ancora ricercati.

Secondo la ricostruzione della vicenda, Youssef Saadani si era soltanto offerto di scortare con altri coinquilini un altro connazionale a cui i pusher rivali avevano rapinato il telefonino, che conteneva i nomi dei clienti a cui vendeva hashish a Cologno Monzese. L'incontro non era invece per la restituzione del cellulare, ma si era rivelato un agguato organizzato da un gruppo rivale per il controllo della piazza di spaccio, in fase espansiva, con l'aggiunta all'hashish della cocaina, di cui una partita di mezzo etto appena acquistata non era stata pagata.