Omicidio Bovisio Masciago, gli amici: "Valeria aveva paura, lui non si dava pace"

Numerose le testimonianze riguardanti la vita di Valeria Bufo e Giorgio Truzzi

La vittima dell'omicidio, Valeria Bufo

La vittima dell'omicidio, Valeria Bufo

Seveso (Monza), 21 aprile 2018 - Valeria aveva paura del marito - rivela una collega dell’Incifra di Bovisio - Ci raccontava le sue preoccupazioni. Da tempo lei e il marito non facevano che discutere.  Per questo  qualche settimana fa ha fatto le valigie con la figlia di 17 anni ed è andata a vivere dalla sorella Nicoletta, a Bovisio,  a due passi dalla ditta dove lavoriamo. Lui non si dava pace. Lei era spaventata, tanto che si faceva accompagnare in giro dal nipote. Il giorno dell’omicidio era proprio alla guida dell’Alfa Romeo Giulietta del nipote e stava andando a prendere la figlia che sta facendo una stage in un centro estetico. Era preoccupata:  ci aveva raccontato, che in un passato recente aveva pure finto di suicidarsi per non farla andare via da casa. Non credo l’abbia mai malmenata. Ma non accettava la separazione dopo oltre 30 anni di matrimonio e lei temeva che potesse fare qualcosa di brutto. Aveva ragione. L’ha uccisa a bruciapelo. Non abbiamo parole». Racconta un altro collega che Giorgio Truzzi circa 30 anni fa ha fatto un corso come soccorritore alla Croce Rossa di Lentate sul Seveso. Ma pare che poi non abbia mai fatto volontariato. Ha lavorato come camionista ed ultimamente faceva l’autista per un privato,  sempre a Lentate sul Seveso.

«Conoscevo molto bene il papà di Valeria, Mauro e lo zio Paolo Bufo, sono di origini pugliesi - racconta Luigi Tallarini, proprietà del bar in via Cacciatore delle Alpi, all’Altopiano di Seveso - :  40 anni fa, quando ho creato Radio Seveso,  erano ragioniere e commercialista dell’emittente e del condominio di via Sant’Ambrogio 1 dove hanno  sempre  vissuto. Brave persone, serie. Anche Valeria l’ho vista crescere con le due sorelle. Onestamente lui non l’ho mai visto. Non è mai entrato nel mio locale. I genitori di Valeria sono morti in giovane età, quando le figlie erano comunque maggiorenni»

Nella frazione tutti ricordano  Valeria come una donna educata, una mamma sempre presente ed una brava persona. «Portavano i figli all’oratorio San Carlo - spiega Luigi Seveso -. Quando i figli erano più piccoli anche io vivevo nello stesso palazzo. Brave persone. So che uno dei figli era molto bravo a giocare al pallone ed è anche andato in altre squadre maggiori». E in parrocchia la segretaria Cesarina Colombo ricorda molto bene Valeria:  « Lei e le due sorelle, una vive in Piemonte e l’altra a Bovisio erano brave ragazze e la loro famiglia abitava nel palazzo a due passi da qui. Quando mia nipote che vive a Bovisio, mi ha chiamata per darmi la notizia, non ci volevo credere. Poveri ragazzi, che dolore terribile». Il Vicario Donato Vicini mostra che in chiesa è stato preparato un altarino con la fotografia di Valeria Bufo e una preghiera per lei: «Non so quando sarà celebrato il funerale. Probabilmente si farà nel santuario di San Pietro che ha maggiorecapienza, ma ancora non sappiamo nulla. Intanto invitiamo tutti a pregare per questa donna». 

Negli ultimi anni la famiglia aveva acquistato una villetta in via Umbria al 5. « L’ho vista circa un mese fa - racconta Anna Grifone - camminare con il suo cane, un setter, l’ho vista tirata e piuttosto taciturna. Siamo cresciute insieme nella palazzina di via Sant’Ambrogio. Abbiamo giocato in cortile con le sorelle. E quando i genitori sono morti, lei è venuta a vivere con il marito. Abbiamo condiviso la loro gioia quando sono nati i tre figli. L’ultima ha 17 anni e ricordo ancora il fiocco rosa. E'  terribile sapere che non c’è più e come è stata uccisa».

Anche Elide Battista abita nella storica palazzina che ha visto passare due generazioni: «Qui siamo tutti senza parole. Lui, era molto riservato. Forse arrivava da Limbiate. Sappiamo che ha una sorella all’Altopiano. Prima faceva il camionista. Da qualche tempo lavorava da un privato a Lentate come autista. I due figli maggiori vivono fuori casa, solo la più piccola viveva in casa. Anche Annamaria Galimberti è sconcertata:  «Ho conosciuto i genitori di Valeria e le due sorelle, poi quando sono morti lei si è sposata con il signor Giorgio. Sembravano una bella famiglia. Hanno trascorso almeno 20 anni qua. Poi hanno venduto l’appartamento e si sono traferiti nella villetta di via Umbria. Cosa dire? Sembrava una famiglia modello».