CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

Oltre 1.500 infermieri pronti a scendere in piazza

Indosseranno la tuta di emergenza per protestare sotto al Pirellone contro carenze di personale, aggressioni e mancati riconoscimenti

di Cristina Bertolini

Si preannuncia assai nutrita la delegazione brianzola di NurSind il maggiore sindacato delle professioni infermieristiche, che oggi scenderà in piazza indossando la tuta da emergenza che, da ormai due anni, ogni giorno utilizzano quando entrano nei reparti Covid. Bardati da capo a piedi, con la mascherina per almeno 6 ore, oggi si presenteranno dalle 9 alle 12 in presidio a Milano, sotto al Pirellone, in piazza Duca d’Aosta.

Dagli ospedali di Monza, Desio e Vimercate, gli aderenti a NurSind sono 1500 (sul totale di 7000 in tutta Lombardia), età media 50 anni, stipendio d’ingresso da 1400 euro che fatica a salire nonostante le promesse. Sono veramente stanchi di due anni di dichiarazioni di intenti mai mantenute, quindi, pur garantendo le unità necessarie ai servizi essenziali negli ospedali brianzoli, l’intenzione è di aderire in massa alla protesta. Gli infermieri protestano per rivendicare il mancato riconoscimento economico della professione; per dire basta alla retorica degli eroi e degli angeli che poi vengono abbandonati dalle istituzioni anche quando vengono portati in Tribunale a causa delle pecche del sistema; per rivendicare stipendi più alti visto che gli infermieri italiani sono quelli con lo stipendio più basso in Europa; contro le condizioni di lavoro insostenibili e decennale carenza di personale; contro le aggressioni da parte degli utenti generate proprio da un sistema sanitario nazionale che fa acqua da tutte le parti; per frenare la sempre più diffusa diaspora di professionisti che, piuttosto di lavorare in queste condizioni, si licenziano; per vedere riconosciuta e valorizzata la loro reale professionalità; per ricordare che quello dell’infermiere è un lavoro usurante; per avere più infermieri docenti anche nelle Università.

Questo flash mob richiamerà numerosi infermieri da tutta la Lombardia. Una manifestazione che segue a quella che nel giugno 2020 era stata già organizzata dal NurSind sotto il Pirellone per chiedere quegli indennizzi e quegli aumenti (sia di personale sia di stipendio) che ad oggi non sono ancora arrivati. "La situazione degli infermieri, anche in Brianza, è davvero drammatica – spiega Donato Cosi, coordinatore provinciale Mb e regionale NurSind del sindacato –. In Brianza, come in tutta la Lombardia l’età media degli infermieri è di circa 50 anni. Attualmente oltre il 50% degli infermieri è impegnato in reparti covid, centri tamponi e nei centri vaccinali.

"Da Monza e Brianza – continua Cosi – vengono inviati fuori provincia per essere impiegati nel grande ospedale covid della Fiera". Un lavoro non certo semplice il loro, soprattutto nelle terapie intensive dove gli infermieri, già provati dalle precedenti ondate, vengono impiegati in rapporto un infermiere per due pazienti di terapia intensiva: tanta fatica e dedizione, per una busta paga tra le più basse d’Europa. "Un neo assunto ha uno stipendio base di 1.450 euro – prosegue Cosi - con un contratto di 36 ore a settimana, che molto spesso sforano fino a raggiungere su turni di 12 ore, sia di giorno sia di notte". Gli infermieri erano scesi in piazza già a giugno 2020: dopo la prima grande ondata e dopo che le terapie intensive al collasso avevano dimostrato che il sistema sanitario non è adeguato a far fronte a una pandemia.