ALESSANDRO CRISAFULLI
Cronaca

"Non fare il furbo e lascia a casa il bambino"

È una delle intercettazioni chiave dell’indagine che ha portato all’arresto della banda degli usurai. Decisive le denunce delle vittime

di Alessandro Crisafulli

"Cavolo, io sono in giro con Gianluca adesso, ho già prelevato i tuoi soldi e ho il bancomat in mano da darti. Non riusciamo a vederci, almeno dopo sono più tranquillo, che sto veramente male? Per cortesia, grazie".

Una vittima che implora l’usuraio di poterlo pagare subito. "Non fare il furbo – replica l’aguzzino – all’una dobbiamo parlare, lascia il bambino a casa, perché se no ti prendo a schiaffi davanti al bambino, non mi devi rompoere il c... ci vediamo all’una punto e stop. Se riesco alle 12.30. Non mi scrivere e non mi chiamare più".

È una delle intercettazioni chiave, dell’indagine che ha portato i carabinieri della compagnia di Desio ad arrestare cinque persone, quattro italiani di origine libica e un albanese, per usura. Almeno dieci le vittime identificate durante le indagini: imprenditori e altre persone in difficoltà economiche, che si erano rivolte a qualche membro della banda per poter avere dei prestiti e si sono ritrovati in un vortice di interessi fino al 200%, "in un sistema che si autoalimentava in modo da creare debitori perenni", secondo quanto riferito dagli inquirenti. A far scattare gli approfondimenti dei carabinieri della Stazione di Limbiate coordinati dalla Procura della Repubblica di Milano, una perquisizione eseguita all’interno di alcune abitazioni in città, notoriamente occupate da alcune famiglie di origini libiche che, nel corso degli anni, hanno allacciato vincoli di parentela e amicizia con altri clan di pregiudicati, sia italiani che di origine libiche-marocchine. In quella circostanza, all’arrivo dei militari, iniziarono a volare dai balconi pacchetti contenenti Rolex d’oro e mazzette di soldi, maldestro tentativo di disfarsi di refurtiva per evitare problemi con la giustizia. Ma non era finita così: la perquisizione aveva permesso di rinvenire 50mila euro in contanti, assegni bancari post datati per circa 5mila euro, orologi Rolex - Tag Heur - Janvier per un valore di circa 30mila euro e monili in oro per altri 5mila. Un vero e proprio tesoretto di merce rubata e soldi ottenuti dai debitori. L’azione svolta dai carabinieri della Stazione di Limbiate, nel corso di tre anni d’indagini, ha consentito alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano di depositare una richiesta di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti dei cinque usurai, per una tutela delle vittime e dell’intera collettività.

Adesso si attendono le decisioni dell’autorità giudiziaria nei confronti degli indagati, sia in termini di misure di prevenzione personali che patrimoniali. Ancora una volta decisiva è stata la denuncia da parte delle vittime, punto di partenza per l’avvio delle indagini da parte dei carabinieri.

Un atto di coraggio, spesso, a volte difficile, ma sempre fondamentale per poter dare l’input iniziale alla forze dell’ordine, nella caccia ai responsabili. E, come in questo caso, per liberare le vittime da una situazione insostenibile sia dal punto di vista economico che psicologico, con gravi ripercussioni sulla routine quotidiana e famigliare.