BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Niente cellulari sotto i 12 Chi li usa va male a scuola

Indagine dell’università e patto di Comunità per l’Educazione digitale

di Barbara Calderola

"Chi usa il cellulare sotto i 12 anni va male a scuola", Vimercate “vieta” lo smartphone prima della seconda media. Un confronto fra famiglie e il sociologo dei media Marco Gui (foto) è sfociato nel Patto di Comunità per l’educazione digitale aperto a tutto il Vimercatese. Oltre al limite di “ingresso” in Rete e sui social ci sono altre regole: mamma e papà devono partecipare a corsi di formazione con i figli che si impegnano a rinunciare alla privacy. Fino a 14 anni il telefonino deve essere “trasparente”. Cioè, i genitori devono poterlo scandagliare in ogni momento.

Niente obblighi però, l’adesione al contratto deve avvenire volontariamente – è questa la chiave del successo – "solo grazie a un percorso di consapevolezza con strumenti alla portata dei ragazzi", spiega l’esperto. Sono due i progetti italiani in materia, qui e in Friuli. Il Patto potrebbe aprire la strada ad altri. Intanto, vi accederà l’intera Brianza Est.

È nato tutto da un progetto dell’Università Milano-Bicocca sul “Benessere digitale”, diretto dallo stesso Gui, "perché le famiglie non vogliono muoversi solo nel campo dei divieti, ma soprattutto di un uso responsabile e utile della tecnologia". Il gruppo di lavoro con i genitori – 300 quelli che hanno partecipato al percorso – è partito da qui, insieme a docenti, pediatri, medici di famiglia, l’associazione Sloworking e il Comune che metterà a disposizione spazi e momenti per diffondere i contenuti del protocollo sia in città che a scuola. La soglia di uso in seconda media è stata scelta sulla scorta di un’indagine dell’ateneo milanese.

Lo studio dimostra sulla base dei risultati ottenuti in italiano fra i 15-16enni che chi ha ricevuto lo smartphone a 10 anni o prima ha performance inferiori. La distanza è uguale a un terzo di quella che c’è di solito fra chi frequenta un liceo e gli studenti di un tecnico. In più i genitori "non vogliono sovraccaricare il delicato passaggio fra elementari e medie con la responsabilità del cellulare", spiega Gui. "Spesso consegnare il telefonino ai figli non è frutto di una scelta ponderata, ma di pressioni commerciali e sociali. Con questo progetto abbiamo aperto un confronto sulle reali necessità dei ragazzi", sottolinea Valeria Trapani, presidente Sloworking. Divieto di collegarsi a tavola e a letto, gli altri due paletti che gli adolescenti dovranno rispettare.