Nella patria dei cappelli dei soldati: "Una storia di imprese ed eroi"

La nascita del gruppo locale dell’associazione nel 1929 nei racconti della “vecchia guardia“. L’orgoglio di Camillo Zambon, 94 anni: "Fiero di avere trasmesso gli stessi valori a mio figlio".

“Saluti scarponi“. Scrivevano così dal fronte gli alpini monzesi, sulle lettere e sulle cartoline che inviavano a parenti ed amici, firmandosi, alle volte, anche come “Amici scarponi monzesi“. Loro gli scarponi li indossavano sempre, la montagna era il loro ambiente e amavano scherzarci sopra. Era il 1929 quando venne fondata la sezione di Monza dell’Associazione nazionale alpini, da Gaetano Antonietti, Aldo Varenna, Eraldo Canesi, Enrico Tronconi, Pino Penati, Paolo Bonati e Valtorta. All’Avancorte della Villa Reale, l’alpino di Ana Monza Adriano Lacchin, ne ha dato un breve cenno storico: "Il gruppo dal ’29 in poi cresce in fretta, partecipa ai raduni nazionali e all’approssimarsi della guerra sostiene i richiamati alle armi e le loro famiglie. Nomi importanti accompagnano la sua storia – prosegue emozionato –. Quello del capitano Aldo Varenna, protagonista sull’Adamello nel ’15-’18. Don Giuseppe Baraggia, cappellano, maestro di musica e amante degli animali. Giovanni Battista Stucchi, inviato nel ‘41 e ‘42 in Russia e poi partigiano. Walter Bonatti, che prima di scalare il K2 fu assegnato al 6° Reggimento alpini".

"In città inoltre sorgeva uno dei pochi cappellifici civili coinvolto nelle forniture militari a livello nazionale – prosegue Lacchin –. Il Cappellificio Monzese ha prodotto centinaia di migliaia di cappelli in feltro e di lana merino per i soldati". A portare testimonianza vivente di questa storia straordinaria, alla celebrazione erano presenti due veterani. Piero Schiatti, 86 anni e veterano della sezione di Monza, ha recitato sul basamento del Monumento ai caduti la preghiera dell’alpino. Iscritto all’Ana dal 1960 è stato fin da subito è stato tra i volontari più attivi. Fu lui, insieme a qualche altro socio, a fondare 40 anni fa il gruppo Alpini di Monza centro, e a suggerire di usare la Corona Ferrea come simbolo della sezione di Monza. L’altra figura storica presente, Camillo Zamboni, 94 anni, è invece milanese, ma da 60 anni vive a Monza. "Non sono iscritto alla sezione di Monza, ma ho con loro sempre avuto ottimi rapporti – commenta il veterano –. Ho sempre amato la montagna, tanto da essere accademico del Cai, che è molto forte qui a Monza. La sezione di Milano e di Monza sono state a fianco in tante emergenze nazionali e vedere la celebrazione di oggi è un motivo di emozione e di orgoglio. Sono fiero di avere trasmesso la passione a mio figlio Giuseppe, anche lui alpino. E monzese".

A.S.