
di Alessandro Crisafulli
C’è lo sport competitivo, a tutti i livelli, dai campetti impolverati e le palestre di quartiere, agli scintillanti cinque cerchi olimpici. E poi c’è “Mezz’ora al giorno“. Dove lo sport, l’attività fisica, punta solo al benessere personale e all’inclusione sociale. Mettendo in fuorigioco sedentarietà, obesità e i rischi legati a parecchie malattie. Da idea a progetto, da sperimentazione a best practice da esportare.
È questo il cammino, di successo, che sta compiendo il format creato durante la pandemia da Live, un’associazione sportiva e culturale con sede a Lissone. In cosa consiste? Semplice: una location fissa (piazza o giardino pubblico), un orario prestabilito e preannunciato, un formatore qualificato con bandiera e megafono, un appuntamento quotidiano per chiunque voglia fare ginnastica dolce in compagnia e all’aria aperta. Tutti i giorni, compresi i festivi e quelli bagnati dalla pioggia. "Perché questo titolo? - spiega nella presentazione del progetto Filippo Mussi, presidente di Live - Perché un detto popolare recita “una mela al giorno toglie il medico di torno“, semplicisticamente potremmo dire che mezz’ora di moderata attività motoria al giorno toglie il medico di torno. Ma, per non ingenerare false aspettative, possiamo diffondere una cultura della prevenzione per cui mezz’ora di attività fisico-motoria al giorno non toglierà definitivamente il medico di torno, ma ridurrà drasticamente la probabilità di contrarre gravi malattie debilitanti".
Il primo Comune a credere nel progetto, un anno fa, è stato Lissone. E ha avuto ragione: 590 sessioni di allenamento svolte in piazza Libertà, un numero di partecipanti dai 10 fino agli 80 per un totale di ben 25mila presenze. A guidare la parte operativa e il team di sei giovani istruttori laureati in scienze motorie c’è Dario Inzis: "Non esiste un target – sottolinea – il progetto nasce per coinvolgere tutti il più possibile ma, essendo una attività più a scopo preventivo, interessa soprattutto le persone che fanno poca attività fisica o non l’hanno mai fatta. È proprio a loro che puntiamo poiché sono più a rischio malattie croniche e soffrono i dirturbi dell’età che avanza". Non mancano anche bambini e persone con disabilità, all’insegna della totale inclusione sociale. La partecipazione è libera e gratuita (si può lasciare una offerta).
Il progetto ha già destato l’interesse di altri comuni, come Arcore, partito a sua volta tre mesi fa. Ed è oggetto di una ricerca universitaria: "Abbiamo testato diverse persone tra i 45 e gli 80 anni non allenati, un mese prima e un mese dopo aver partecipato al progetto per valutare gli effetti sulle capacità motorie – spiega il giovane scienziato motorio – adesso stiamo elaborando i dati". Al termine della mezz’ora il professionista è a disposizione dei partecipanti, può farsi promotore di particolari iniziative relative alla salute, distribuire materiale cartaceo, dare suggerimenti per una dieta corretta, il tutto concordato con i responsabili del Comune e dell’ATS. Un progetto interessante, innovativo e soprattutto utile, a caccia anche di potenziali partner per diffondersi e raggiungere la piena sostenibilità.