Monza, mostre senza barriere: si parte dall’Arengario

Ascensore, parcheggi dedicati, percorsi tattili e realtà aumentata sono ingredienti della ricetta inclusiva esportata anche ai Musei civici

Egidio Longoni, assessore al Bilancio e ai fondi del Pnrr

Egidio Longoni, assessore al Bilancio e ai fondi del Pnrr

Monza -  Da simbolo medievale della discriminazione a brand di inclusione: l’Arengario punta a diventare un laboratorio dove sperimentare progetti pilota sull’accessibilità degli edifici che ospitano mostre ed eventi culturali. Una palestra dove - insieme con le associazioni che si occupano di disabilità - testare i format con cui vengono proposti gli eventi.

Una prospettiva che riguarda non soltanto l’Arengario, ma anche i Musei Civici. Complice la guerra legale che ha portato alla chiusura dell’antico palazzo comunale di piazza Roma e alla condanna del Comune per "condotta discriminatoria" al risarcimento di 3mila euro a favore della Ledha, la Lega per i diritti delle persone con disabilità che ha trascinato il Municipio davanti al Tribunale di Milano. Morale: finché l’Arengario non sarà accessibile a tutti, le mostre saranno ospitate all’Orangerie della Villa Reale. E così, già sotto la precedente Giunta, è partito il progetto di costruire un ascensore in grado di superare l’ostacolo insormontabile della stretta scala a chiocciola, unica via d’accesso al piano mostre.

Ma adesso l’orizzonte si è allargato: "L’obiettivo è di rendere l’edificio accessibile a 360 gradi", l’impegno di Egidio Longoni (nella foto) , assessore al Bilancio e ai fondi del Pnrr. L’attenzione, dunque, non è concentrata soltanto sul palazzo, ma anche sui percorsi per raggiungerlo, partendo da parcheggi dedicati e lungo un sentiero segnalato da cartelli in materiale riciclato che accompagna i visitatori fino all’ingresso dell’Arengario. Lì sarà operativo un punto informativo di accesso a un luogo dove la tecnologia sarà il valore aggiunto, grazie anche alle collaborazioni con università e aziende private: al primo piano è prevista l’installazione di un maxischermo e di uno smart totem che illustreranno le iniziative organizzate, mentre avrà un ruolo determinante la realtà aumentata per offrire una "conoscenza esperienziale e di orientamento". E ancora, sarà creato un sito internet costantemente aggiornato e dettagliato per rendere l’edificio visitabile anche a distanza, un Qr Code permetterà, attraverso il proprio cellulare, di attivare voci e sottotitoli che illustrano i contenuti delle esposizioni per non vedenti e non udenti, oltre a percorsi tattili sensoriali.

Ma prima di ogni cosa sarà necessario riuscire a costruire l’ascensore. Un impegno di 400mila euro (sui 500mila del piano complessivo dedicato all’Arengario) a cui poi vanno aggiunti i costi delle opere di consolidamento dell’intero edificio. Partendo, innanzitutto, dalle fondamenta perché in futuro proprio sotto il palazzo medievale passerà il tunnel della metropolitana. Correrà a 38 metri di profondità, ma è necessario fare in modo che tutte le vibrazioni non arrivino all’edificio. Per questo sotto all’Arengario verrà realizzato un sistema capace di assorbire le vibrazioni, da quelle provocate dal passaggio dei treni della metropolitana fino a un terremoto. L’ascensore sarà, invece, posizionato sotto il portico proprio davanti all’attuale ingresso pedonale: la colonna avrà una struttura trasparente per limitare al massimo l’impatto estetico e non sarà appoggiata all’Arengario, ma avrà le sue fondazioni. Toccherà poi intervenire su tetto e sulle facciate visto che le prime analisi sulle deformazioni geometriche dell’Arengario effettuate con un drone hanno evidenziato, sul lato che si affaccia su via Vittorio Emanuele, un cosiddetto ‘fuori piombo’ di 12 centimetri e mezzo.

A guardare il palazzo di lato si nota, infatti, una leggera deformazione del tetto che comunque, assicurano i tecnici, è "assolutamente fisiologica" e "l’intero edificio è in sicurezza". Sono i cosiddetti segni di assestamento. Ma anche quelli saranno sistemati adesso che il palazzo si prepara al restauro e all’abbattimento delle barriere architettoniche. Accessibilità è anche la parola d’ordine del progetto pensato per la Casa degli Umiliati che ospita i Musei Civici. Lo storico edificio è già stato restaurato eliminando gli ostacoli fisici, ma "con un investimento di 340mila euro, per il quale abbiamo chiesto un contributo Pnrr – spiega Longoni –, l’obiettivo del Comune è di rendere i Musei Civici visitabili in totale autonomia da chi ha difficoltà non soltanto motorie, ma anche visive e cognitive. Come? Realizzando speciali percorsi tattili, una particolare segnaletica a pavimento per i non vedenti e moderni sistemi per le visite di non vedenti e non udenti e di chi soffre di una disabilità cognitiva". Se entrambi i progetti dovessero ottenere i fondi del Pnrr i lavori dovranno iniziare entro giurno del prossimo anno. In ogni caso, "se non riuscissimo a trovare soddisfazione nel Piano nazionale, cercheremo le risorse altrove. Non si può più aspettare".