
di Martino Agostoni
Mosè Bianchi tornerà ad avere il pennello in mano e si presenterà ai monzesi come nuovo, senza i segni del tempo lasciati da quasi un secolo sulle sue spalle. Sarà presto pulita e rimessa a nuovo la statua che caratterizza il centro di piazza san Pietro Martire, il monumento in bronzo a Mosè Bianchi rialzato su un piedistallo in marmo che, dalla sua inaugurazione il 4 aprile 1927, rappresenta l’omaggio di Monza al suo pittore più celebre.
Dopo che un paio d’anni fa erano stati approvati dall’Amministrazione comunale i progetti per il restauro di due delle statue storiche in bronzo più caratteristiche della città, quella del monumento ai Caduti di piazza Trento e Trieste e appunto quella dedicata a Mosè Bianchi per uno stanziamento complessivo di quasi 115mila euro, e dopo aver ottenuto l’autorizzazione dalla Sovrintendenza ai beni artistici, può ora partire il primo dei due interventi. Gli uffici tecnici del Comune hanno dato il via libera alla fase esecutiva dell’intervento di restauro e conservazione della statua di Mosè Bianchi, un lavoro che avrà una durata prevista di 65 giorni per un costo complessivo di poco più di 41mila euro.
L’intero monumento, composto da un piedistallo in marmo a pianta quadrata da 2,75 metri di lato su cui è collocata la statua in bronzo del pittore che arriva a un’altezza totale di 4,65 metri, sarà inizialmente ripulito dai segni lasciati dal tempo dopo quasi un secolo di permanenza all’aperto nel centro della piazza. Le varie parti del monumento danneggiate e fessurate saranno riparate, mentre tra le operazioni che verranno eseguite dai restauratori ci sarà anche quella che riguarda il pennello nella mano destra di Mosè Bianchi: un elemento che ormai da molti anni è stato rubato alla statua in bronzo che raffigura il pittore seduto con la tavolozza nella mano sinistra e, appunto, il pennello nell’altra. Il restauro rimetterà al suo posto anche questo dettaglio realizzando una nuova riproduzione in bronzo del pennello originale.
La scultura è una fusione in bronzo fatta nelle Fonderie Milanesi Carnelli nel 1927 (è ancora visibile l’incisione della fonderia sul basamento), realizzata da Pietro da Verona su bozzetto di Luigi Secchi, che era amico di Mosé Bianchi (1940-1904), mentre il piedistallo è fatto in marmo Botticino ed è stato disegnato dal figlio dell’architetto Secchi, Francesco, e riporta la scritta: "A Mosè Bianchi. La città natale". L’intero blocco poggia a sua volta su un gradino in serizzo che compensa la leggera pendenza della piazza.