Morte del tassista eroe, niente messa in prova

Per il responsabile dell’incidente la richiesta è invece che il servizio sia specifico per rieducarlo a comportamenti corretti alla guida

di Stefania Totaro

Niente messa alla prova a lavori socialmente utili, che sospende il processo ed estingue i reati contestati se portata a termine positivamente, per l’imputato della morte del tassista eroe Eugenio Fumagalli.

Per il responsabile dell’incidente iniziale che ha coinvolto una coppia di ragazzi, la richiesta è invece che il servizio gratuito per la messa alla prova sia specifico per rieducarlo a comportamenti corretti alla guida sulla strada.

Lo ha deciso ieri la gup del Tribunale di Monza Silvia Pansini per la vicenda giudiziaria con al centro l’albiatese che la notte del 12 gennaio 2019 ha perso la vita per aiutare una coppia di fidanzati coinvolti in un incidente stradale sulla Milano-Meda all’altezza di Cesano Maderno, venendo colpito dalla loro auto nuovamente tamponata e sbalzato a una quarantina di metri di distanza.

Alla sbarra, su richiesta di rinvio a giudizio firmata dal pm monzese Alessandro Pepè, titolare delle indagini sulla tragica vicenda, due dei tre automobilisti inizialmente indagati.

Di lesioni colpose, guida in stato di ebbrezza, fuga e omissione di soccorso nei confronti del conducente della 600 e della ragazza trasportata è accusato Davide Provenzale, il 28enne di Lazzate che, alla guida di una Audi A3, ha tamponato una Fiat 600 rossa con a bordo una coppia di fidanzati brianzoli, di ritorno da una serata tra amici.

Ed è fuggito senza prestare soccorso, subito individuato dalla polizia stradale di Seregno e messo agli arresti domiciliari dopo che è risultato positivo all’alcoltest.

Per la terza volta in otto anni di patente di guida. Il pm aveva chiesto il carcere per il pirata della strada all’udienza di convalida del fermo, ritenendolo responsabile anche di concorso nell’omicidio stradale del tassista eroe.

Invece il giudice aveva convalidato soltanto il fermo per omissione di soccorso, confermando gli arresti domiciliari. "Non esiste una diretta connessione con l’omicidio stradale e l’alcol test eseguito sul giovane è risultato negativo", motivano la richiesta di messa alla prova i difensori di Davide Provenzale, gli avvocati Lara Rigamonti e Marco Accolla.

Di omicidio colposo per la morte di Eugenio Fumagalli è invece chiamato a rispondere un 48enne residente a Meda, Gaetano Spuches che, secondo l’accusa, percorrendo la stessa strada a sua volta a velocità eccessiva (di poco superiore ai 100 chilometri orari) non riusciva a vedere in tempo la 600 ferma in mezzo alla strada e la urtava, proiettandola con forza contro il tassista, sbalzato violentemente e morto a causa delle gravissime lesioni riportate. Anche il difensore di Gaetano Spuches aveva chiesto alla giudice Silvia Pansini che l’imputato venisse ammesso alla messa alla prova, sostenendo che è vero, da un lato, che al 48enne è contestato un reato più grave ma anche che, da un altro lato, l’imputato è sopraggiunto in un secondo momento dopo un incidente stradale causato da altri e sono in corso trattative per il risarcimento dei danni alle parti offese, la coppia e la compagna di Eugenio Fumagalli, mentre i familiari del tassista eroe si sono rivolti al gruppo Giesse Risarcimento Danni con sede anche a Monza che sta portando avanti una apposita causa civile.

Alla risposta negativa della giudice, la difesa del 48enne ha ripiegato sulla richiesta di processo con rito abbreviato, condizionata al conferimento di una nuova perizia sulla dinamica dell’incidente.

Per tutti si torna in aula il 17 febbraio.