DARIO CRIPPA
Cronaca

Monza, appello della tifoseria ai figli dopo la morte di Berlusconi: "Galliani la nostra garanzia"

Il capo ultrà Fausto Marchetti lancia il messaggio, si può pensare a bilanci virtuosi senza dismettere il club. "Con tutto quello che abbiamo passato, non siamo legati al mero risultato sportivo: basta programmare"

Capo ultrà Monza Fausto Marchetti

Capo ultrà Monza Fausto Marchetti

Quando arrivò Berlusconi, dopo tanti fallimenti, c’era chi aveva paura. "Noi ci chiedevamo solo quanto tempo ci sarebbe voluto per scalare la vetta". Fausto Marchetti, leader della Curva Davide Pieri, non si fece menare per il naso da Armsrong, presidente truffatore, ma non la Fininvest è sempre stato fiducioso. "Il rischio poteva essere solo volere tutto e subito, all’inizio si è trattato solo di avere pazienza, nessuno aveva la bacchetta magica".

Gli ultras non ne hanno.

"Sapevamo che il vero bene da tutelare era la società, contestare alle prime difficoltà sarebbe stato imperdonabile: la nostra scelta, molto criticata, ma si è rivelata lungimirante. Galliani a Monza disse che il suo era un ritorno a Itaca, sapevamo che ce l’avremmo fatta, l’unica incognita era come e quando: ci voleva più testa che pancia. Ci fu parecchia pressione, ci si chiedeva di contestare, specie dopo i risultati negativi: abbiamo deciso di fidarci. Ne siamo stati ripagati".

E adesso?

"La proprietà, la più vincente nella storia del calcio, ha portato quella che era una Cenerentola in serie A per la prima volta nella sua storia e regalandole una prima stagione molto bella. Mi auguro che il Gruppo Fininvest voglia continuare a puntare su un asset importante come lo calcio, e che oggi ha assunto un valore che sarebbe un peccato disperdere. Se ci fossero logiche di ridimensionamento, l’approccio sarà differente ma credo che Fininvest abbia tutta la volontà di valorizzare quanto costruito. E, nel caso, di cedere in buone mani".

Sarà addio?

"Mi hanno fatto piacere le parole spese di Pier Silvio, mi piace pensare che una delle ultime gioie più grandi provate dal padre sia stata proprio la nostra promozione in A, intitolare il centro sportivo a nonno Luigi e ora il vecchio trofeo Berlusconi a papà Silvio fa ben sperare".

Il magnate Marinakis, la Red Bull, fondi americani o arabi...

"Nomi importanti, la garanzia è Galliani, il nostro primo tifoso, una figura chiave già nell’acquisizione di questo club".

Prospettive?

"Potremmo diventare un vivaio nazionale".

Berlusconi aveva chiesto giovani italiani...

"Stiamo stati al fianco di questa squadra in tutte le categorie, abbiamo contribuito a costruire un senso di comunità, siamo una tifoseria matura, che non è legata al mero risultato sportivo e questo consente di ragionare in maniera differente: possiamo essere un modello virtuoso, una boutique di giocatori italiani, un made in Italy brianzolo".

Il mercato ora?

"Galliani si sta muovendo molto bene, ha puntellato da super-esperto la difesa, abbiamo il vantaggio di non partire con una squadra da zero come un anno fa, la base è solida".

Coppe Europee o salvezza?

"Il nostro obiettivo deve essere il consolidamento con un occhio al bilancio. Ora si può diventare virtuosi".

In A come a Scanzorosciate..

"La nostra storia è differente, parte dai Sab, i Sempre al Bar, vent’anni fa. Il vostro coro era “sogno la Champions League, se non arriverà, ce ne torniamo al bar”. Monza è un grosso paese, abbiamo bisogno di un approccio ancora “pane e salame”, abbiamo bisogno di storie in cui riconoscerci. La società si è mossa molto bene, Galliani e i giocatori sono entrati nelle scuole, hanno regalato gli astucci ai bambini, hanno aperto le porte dgli allenamenti ai tifosi, la società ha seminato bene: mosse geniali, come quella di prendere ome capitano Matteo Pessina, un ragazzo di Monza cresciuto in biancorosso".

Sono nati 16 Monza club, ora sono tutti tifosi del Monza.

"Allargare la tifoseria è un fatto positivo. La mia polemica va solo nei confronti di chi, dopo aver tifato altre squadre per tutta la vita, vorrebbe portare antipatie ereditate da lì anche a Monza. Questo non deve essere il nostro modo di tifare, mi piace l’idea di un tifo british. Con quello che abbiamo passato, ragionando così non saremmo rimasti tifosi del Monza".