CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

Polemiche sulla mobilità a Monza: il piano è nuovo ma già da rifare

Sette osservazioni dei Comitati al documento che ridisegna la viabilità: mancano il Pgt e due stazioni

Mobilità a Monza

Mobilità a Monza

Il Pums (Piano urbano mobilità sostenibile) adottato dalla Giunta a marzo, nasce da rifare con il prossimo Pgt. È l’osservazione più immediata fra le 7 presentate dal Coordinamento dei 12 comitati cittadini, prima del passaggio in Consiglio comunale. Infatti arriva mentre l’Amministrazione comunale ha avviato la revisione generale del Piano di governo del territorio che, stando al programma di mandato, dovrà essere "a consumo di suolo negativo". Questo significa che tutte le aree libere edificabili del PGT vigente saranno rese inedificabili, oltre al recupero di nuove aree a servizi anche sulle aree dismesse.

"Questo PUMS, che dura 10 anni, dovrà quindi essere del tutto rivisto e aggiornato alla luce del nuovo PGT - fa osservare Giorgio Majoli, coordinatore dei comitati - la cui approvazione è prevista entro il 2025. Infatti sono note le ricadute sul traffico e sulla mobilità qualora un’area sia considerata edificabile o meno. Già al PGT 2017, reiterato fino al 2027, era stato allegato uno specifico elaborato (allegato D del Documento di Piano) che valutava la sostenibilità dei carichi urbanistici sulla rete della mobilità. Per questo motivo chiediamo che nella delibera di approvazione del PUMS da parte del Consiglio comunale venga inserito l’impegno inderogabile di rivedere e aggiornare (entro 6 mesi) il Piano urbano della mobilità e il Biciplan del 2015, non appena sarà approvato il nuovo PGT". Al Capitolo 6, la corposa relazione dei tecnici affronta la questione della ferrovia, delle possibili azioni per la Stazione centrale (hub multimodale) e la prevista fermata Monza-est (zona Libertà).

Non vengono invece previste fermate ferroviarie a Monza sud (San Rocco), da realizzarsi a ponte e Monza Ovest (Viale Elvezia), che invece, consentirebbe una migliore soluzione infrastrutturale pubblica. Monza è attraversata da diverse linee ferroviarie che, a partire da Milano, formano in Città una sorta di Y, portando a Seregno - Como - Chiasso - Lugano (a ovest), con diramazione verso Saronno e l’aeroporto di Malpensa; Lecco - Sondrio e la Valtellina (a est), con diramazione verso Bergamo e il previsto prolungamento all’aeroporto di Orio al Serio; verso Lecco attraverso Besana Brianza (nord-sud). Il servizio per ogni singola linea potrebbe essere anche migliorato senza grossi investimenti (come richiede invece la M5 a Monza, per più di 1,3 miliardi di euro), realizzando le fermate a nord-ovest di Monza (viale Elvezia), a nord-est (Via Einstein, prevista) e a sud (tra via Borgazzi e la A52); ripristinando o realizzando le connessioni a Villasanta, Monza Sobborghi e alla radice nord-est della stazione di Monza, oltre alla elettrificazione del terzo binario tra Monza e Villasanta.

"Queste opzioni non ci sono nel PUMS - lamentano i cittadini - mentre risulterebbero molto competitive per gli spostamenti, più economiche e senza particolari impatti ambientali rispetto al prolungamento della M5 (che prevede un devastante Deposito officina a Casignolo). Chiediamo di prevedere altre 2 fermate ferroviarie". Le osservazioni esaminano il documento punto per punto, riprendendo il tema annoso dell’interramento di via Boccaccio; la realizzazione di sottopassi viari nelle intersezioni di viale Industrie/Stucchi (da interrare) con via Salvadori e via Sant’Albino (in superficie con rotonde); di viale Stucchi con viale Sicilia e di viale Stucchi/Libertà (già finanziato dal PII di Esselunga). Si chiede anche una attenta valutazione mediante modelli di calcolo e simulazioni, prima di istituire le Ztl, con una fase preliminare di sperimentazione prima dell’entrata in vigore. Da ultimo, i cittadini chiedono mezzi di trasporto più piccoli e con corse più frequenti, visto che Monza è una città medievale con strade strette e trafficate.