
Pietro Occhiuto (Fiom): "Si chiude un mondo, ora dobbiamo vigilare sulla riconversione"
Candy, spina staccata. Ieri, è davvero finita un’era. "Niente più lavatrici prodotte a Brugherio, che poi vuol dire in Italia – spiega Pietro Occhiuto, segretario della Fiom-Cgil Brianza –. La perdita per il tessuto industriale e vorrei dire anche dal punto di vista sociale è grossa. È un momento triste per tutti i metalmeccanici. Si chiude un mondo. Ma siamo obbligati a ricominciare subito. Dobbiamo vigilare sulla riconversione, ridurre il più possibile l’impatto sul personale della trasformazione che porterà al centro ricambi e all’hub logistico in Brianza". Una preoccupazione condivisa con Fim: "Teniamo la guardia alta per assicurarci che il nuovo progetto non sia un’operazione di facciata", aggiunge Francesca Melagrana.
La catena di montaggio tace, esce l’ultima lavabiancheria, prima erano 90 all’ora. Gli operai la firmano. Resterà un pezzo unico nella collezione che ancora oggi fa la parte del leone in Europa: il 40% del fatturato di Haier, proprietario di Candy, arriva proprio dal marchio brianzolo. E i cinesi non hanno intenzione di cancellarlo, anzi, promettono investimenti. Ma non sulle linee diventate troppo costose qui anche per il primo produttore di elettrodomestici al mondo in un settore che ha visto vacillare tanti colossi. Il rumore cessa, la storia anche. Il morale è a terra, ma non c’è quasi il tempo di rendersene conto.
C’è già una nuova paura per il futuro che si fa strada e che consuma anche la nostalgia per il lavoro di una vita che non c’è più. Adesso, bisogna voltare pagina. Stringere ancora i denti perché c’è il contratto di solidarietà che taglia il reddito, anche se l’azienda darà una compensazione. Altri mesi duri, prima di vedere cosa succederà con il service hub fra un anno all’opera per tutti i mercati Ue.