C.B.
Cronaca

Fabio Castelli, l’uomo che sussurra agli alberi (e li salva): è missione arboricoltura

Si è appassionato alle piante fin dal liceo scentifico, poi è stato atleta, militare e obiettore di coscienza presso la Cooperativa sociale Castello di Trezzo di cui è direttore tecnico

Missione arboricoltura. L’uomo che sussurra  agli alberi (e li salva)

Fabio Castelli membro della Società italiana arboricoltura insegna agli allievi della Scuola agraria del Parco di Monza

Si è appassionato alle piante fin dal liceo scentifico, poi è stato atleta, militare e obiettore di coscienza presso la Cooperativa sociale Castello di Trezzo (che si occupa di giardinaggio) di cui è direttore tecnico. È Fabio Castelli membro della Società italiana arboricoltura che dopo 30 anni di esperienza trasmette la sua passione agli allievi della Scuola agraria del Parco di Monza, come docente e istruttore del corso di Giardinaggio e arboricoltura.

Si tratta dell’unico corso per arboricultori riconosciuto sul territorio nazionale dal Ddg 84-86/2008, Legge regionale 19/2007. Quindi gli studenti vengono da tutta Italia per imparare i segreti della cura degli alberi in contesto urbano. "L’albero va curato per renderlo sicuro in città e ridurre i fattori di rischio alla luce degli attuali cambiamenti climatici. In città, come tutti gli esseri viventi, è soggetto a stress per traffico, inquinamento, intemperie - spiega Fabio - Fa paura ai non addetti ai lavori vedere le fronde che oscillano.

Ma una potatura errata che toglie oltre il 30% delle foglie provoca un trauma all’albero che deve rimettere i suo fogliame in fretta e furia, altrimenti muore o secca. In più se stringo troppo l’albero in cima, la forza del vento delle intemperie soprattutto estive, si ripercuote sul tronco rigido e quindi l’albero rischia di cadere".

Parla degli alberi come di esseri viventi il professor Castelli, che insegna agli aspiranti arboricultori a osservare le piante, verificare la presenza di funghi alla base o in quota e poi segnala i problemi all’agronomo, proprio come l’infermiere fa con il medico. La figura dell’arboricultore manca in molte città e in tanti casi è strategica per prevenire la caduta degli alberi, soprattutto in tempo di eventi estremi come quelli del 2023. "Per esempio - spiega - gli alberi possono cadere perché scavati alla base per far passare i sottoservizi cittadini e quindi le radici di sostegno non si riformano".

L’obiettivo del professor Castelli e della Scuola agraria è quello di aumentare il numero di arboricultori, perché questa specializzazione del giardiniere diventi una professione diversa (sempre più necessaria nelle città) e venga riconosciuta per legge a tutti gli effetti, com’è in Svezia. La Scuola agraria offre un corso di 300 ore che forma ogni anno una cinquantina di esperti, richiesti dalle aziende ancora prima di terminare il percorso. Anche perché le gare d’appalto pubbliche richiedono certificazione ufficiale. Si accostano al corso manutentori del verde liberi professionisti che vogliono specializzarsi o dipendenti di aziende agricole. Prima di affrontare la manutenzione di grandi alberi seguono la cura di quelli più piccoli.

La scuola collabora con il Consorzio Parco di Monza che offre i cantieri gratuitamente: gli agronomi del Parco danno indicazioni sulle piante da curare o da abbattere e i corsisti, sotto l’occhio esperto del maestro, sperimentano piattaforme e apparecchiature professionali di cui è dotata la scuola.