Mistino (Monza Brianza) – L’aumento dei prezzi rende impossibile la costruzione del nuovo asilo nido senza la copertura totale del Pnrr, Misinto e Lazzate rinunciano al finanziamento statale.
Il sindaco di Misinto Matteo Piuri e il collega di Lazzate, Andrea Monti, hanno firmato insieme la ‘Comunicazione di impossibilità a procedere all’esecuzione dei lavori per mancanza di fondi’ inviata al ministero dell’Istruzione per il progetto di riqualificazione dell’ex asilo nido di via Misentasca. Si tratta di un edificio chiuso da anni la cui costruzione originaria risale agli anni Settanta ed è di proprietà al 70% del Comune di Lazzate e al 30% di Misinto, che però ne detiene la gestione. Nel marzo del 2022, il Comune di Misinto ha formalizzato la richiesta di accesso ai finanziamenti Pnrr per il recupero dell’edificio, con il consenso di Lazzate.
“Abbiamo ripreso uno studio di fattibilità della precedente Amministrazione e lo abbiamo adeguato, applicando i valori economici del momento, arrivando quindi a richiedere un finanziamento per la copertura totale dei 900mila euro inizialmente previsti", spiega il sindaco Piuri. Il finanziamento è stato concesso, ma subito dopo si è scoperto che il costo presunto della nuova struttura è lievitato a 1,4 milioni. "Abbiamo cercato di capire se il finanziamento statale potesse essere adeguato, ma in mancanza di rassicurazioni non ce la sentiamo di avventurarci in un’operazione così costosa, considerando che quest’anno abbiamo avuto la sciagura delle grandinate che solo al Comune hanno provocato danni per 850mila euro", prosegue il primo cittadino di Misinto.
Da Lazzate il sindaco Monti è sulla stessa lunghezza d’onda: "Abbiamo condiviso le ragioni e ho deciso di firmare la lettera proposta da Misinto. Non farlo avrebbe voluto dire mettere in difficoltà il Comune di Misinto e comunque non sarebbe stato possibile coprire tutto l’investimento con le sole risorse di Lazzate". Da una parte e dall’altra si conferma che al momento l’esigenza di un asilo nido comunale non è tra le primarie richieste dei cittadini, anche perché nel frattempo sono sorte diverse strutture private, con contributi alle famiglie per le rette di frequenza.