"Minacciata di morire di Covid dopo un anno ho deciso di parlare"

La consigliera di Italia Viva. Francesca Pontani rivela. un’inchiesta aperta. ora in fase di archiviazione

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Una lettera anonima, scritta a mano, con pennarello nero, recante un fazzoletto sporco di sangue, di cui il mittente diceva essere "di un morto per Covid", con augurio di morire e di stare attenta per la sua incolumità e quella dei familiari. Racconta di averla ricevuta la consigliera comunale Francesca Pontani (Italia Viva), un anno fa e di averla subito portata alla stazione dei carabinieri di Monza. Ricorda poi il Ris a casa, le raccomandazioni dei carabinieri di stare attenta durante le uscite soprattutto serali e al momento di non divulgare la notizia, di cui infatti parla solo ora che l’indagine verrà archiviata. "Pochi mesi prima - racconta - avevo ricevuto una telefonata a casa sempre dai toni minacciosi. La telefonata fu archiviata perché fatta da una cabina telefonica di corso Milano. I carabinieri un anno fa mi chiesero di non pubblicizzare la cosa con l’indagine in corso". Oggi, a un anno di distanza, Francesca Pontani ha deciso di rendere pubblica la sua disavventura perché, come spiega, "il 15 gennaio sono 4 anni esatti di impegno personale nel consiglio comunale prima nel Pd poi in Italia viva. Quattro anni intensi, talvolta stancanti ma che mi hanno sempre visto in primo piano nel mio impegno. Scrivo perché fare politica è mettersi in gioco, mettere in gioco la propria famiglia, talvolta la propria incolumità". Ricorda l’inquietudine, la preoccupazione per le figlie. "Sono consapevole - dice - che quanto mi è accaduto accada a molti di noi, impegnati politicamente a diversi livelli, ma è ora di dire basta agli insulti sui social e nei messaggi privati; alle minacce velate e non. Io non mi vergogno del mio piccolo impegno, ne vado fiera.

Sono felice di aver denunciato subito e ringrazio la grande professionalità dei carabinieri. È passato un anno, per ora tutto tace e l’indagine verrà chiusa".

Cristina Bertolini