
La parata dei plotoni militari
MONZA – “Guerra alla Guerra. Fuori i militari da scuole e città”. Dopo l’imbrattamento dello scorso venerdì notte dell’Arengario di Monza con la scritta “Fuori i militari da Monza” su una parete (già cancellata dal Comune che però ora deve ripulire il muro), gli attivisti contrari alla gara militare internazionale Italian Raid Commando sono tornati a manifestare con gli striscioni al finale della sfilata che è passata dal Duomo di Monza fino alla Villa Reale, dove si sono svolte le premiazioni.
Il gruppetto di pacifisti non ha interferito con la manifestazione creando problemi, ma si è fatto sentire con tamburelli e il sottofondo di musiche goliardiche che ha accompagnato la loro parata parallela a quella del plotone di militari, 41 pattuglie da quattro militari ciascuna, provenienti da Germania, Olanda, Lettonia, Lituania, Svizzera e Italia. La manifestazione, giunta alla sua 37esima edizione e promossa dall’Unione italiana ufficiali in congedo d’Italia, negli anni precedenti non aveva provocato particolari proteste.

La competizione, che ha visto impegnati per due giorni militari di ogni specialità, grado, uomini e donne appartenenti a reparti in servizio attivo, tra cui accademie e scuole militari, reparti della riserva stranieri, dell’Unuci o ad associazioni d’arma in 15 prove tecniche tra cui anche un percorso di 35 km con dislivelli importanti in media di 600 metri su terreno naturale, per un totale di circa 32 ore di gara, ha toccato anche Briosco in Brianza.
Le squadre dovevano, nel minor tempo possibile, raggiungere, utilizzando mappe, gps e tecniche di orienteering, i punti di controllo dove erano posizionate un certo numero di prove a carattere fisico, tecnico e militare, in aderenza al tema tattico che viene fissato in modo conforme alle situazioni internazionali di maggiore attualità. Ma quest’anno sin da subito erano state sollevate parecchie polemiche e annunciati presidi, flash mob e proteste. Sabato mattina Monza si è svegliata con il muro dell’Arengario imbrattato.
Un gesto che ha scatenato la ferma condanna del sindaco Paolo Pilotto. “Chi sceglie queste forme di espressione non ha argomenti e rinuncia al confronto delle idee”, il suo commento.