
Sbarco immigrati dalla motonave italiana "Fiorillo" (Lapresse)
Monza, 28 luglio 2017 - Quattro storie di violenze e torture suibite da migranti. L'equipe del Centro di chirurgia plastica ricostruttiva dell'ospedale San Gerardo di Monza nelle ultime settimane ha curato alcuni migranti con l'obiettivo di farli tornare ad una vita normale. Il primario monzese Massimo Del Bene ha sottoposto questi uomini a varie tipi di interventi. Il primo caso è quello di un 18enne profugo ghanese, a cui i medici hanno ricostruito le ossa delle mani e delle dita, che gli sarebbero state distrutte a martellate in un centro di detenzione libico, dove per oltre un anno, secondo il suo racconto, sarebbe stato torturato. Stessa sorte sarebbe toccata ad un altro paziente, un 20 enne nigeriano ospite in un centro di accoglienza di Lecco. Torturato in Libia, operato per aver riportato gravi deformità alle mani e ustioni al volto e al corpo, dopo essere stato cosparso di benzina e dato alle fiamme dai suoi aguzzini. Diverso è il caso di 50enne del Bangladesh arrivato al San Gerardo: aggredito con una lama durante una lite in un phone center a Milano, ha subito l'amputazione dell'orecchio sinistro. L'uomo è stato sottoposto a reimpianto microchirurgico per la stabilizzazione della cartilagine, in attesa di un secondo intervento. L'equipe di Del Bene, in questo caso all'ospedale Niguarda di Milano, ha operato un altro profugo di 18 anni che, dopo aver attraversato a Ventimiglia il confine francese tramite il Fréjus, a causa della neve, ha riportato il congelamento di entrambe le mani. I medici non hanno potuto fare altro che amputargli le dieci dita.