Migliorini, l’artista del riciclo

Da operatore turistico ha iniziato a esporre le sue opere con legno, molle, scarti di tappezzeria

Migration

di Cristina Bertolini

Una formazione di liceo scientifico al Marie Curie di Meda e poi accademica linguistica, per approdare all’attività commerciale nel settore del turismo. Ma il richiamo dell’arte si insinua prima come gioco, per poi diventare quasi attività prevalente, unendo pittura e riciclaggio di materiali anonimi che altrimenti andrebbero buttati. È la storia di Stefano Migliorini, vissuto a Seregno, ma abitante a Carate che dipinge e assembla su tela legno, molle, stoffe, schiumati e gommapiuma.

"Recupero tutti i materiali usati dai tappezzieri - racconta - materiali di rivestimento e riempimento. In particolare, in questo periodo cerco abbinamenti cromatici e materici che trasmettano sensazioni e immagini legate al vissuto". Il suo progetto si chiama “Coppie dispari” dovuto alla dicotomia tra i materiali e i colori che dagli imballaggi, alla carta, cartone, riempimenti delle scatole arriva persino a utilizzare la segatura della plastica usata all’interno delle scatole da scarpe. "Sono oggetti che nascono destinati allo scarto, con lo scopo di riempire spazi vuoti che poi vengono buttati via - spiega - ma per me diventano elemento espressivo, quando il colore della pittura tradizionale non è più sufficiente a trasmettere emozioni positive, negative e suggestioni". Quindi per raccontare i colori dell’anima, le cadute e le risalite, l’artista si affida anche all’esperienza tattile e tridimensionale degli elementi. Ne escono opere non figurative, ma in cui un occhio guidato può scorgere paesaggi. In primo piano l’artista mette legno e stoffe lavorate, simbolo di una realtà unica e irripetibile, come irripetibile è ogni persona. "L’utilizzo dei materiali di riciclo - racconta di lui Sara Didoni, social media manager - è cominciato ai suoi esordi. Sì, perché Stefano ha iniziato qualche anno fa la sua attività artistica in una corte di Ponte realdino a Carate, un luogo magico, d’altri tempi, in cui trovano posto le botteghe del fabbro, del meccanico, del falegname. Lì, fra gli scarti di lavorazione, ha dato forma al suo vocabolario artistico. Ha cominciato a usare bottiglie di plastica, molle, pezzi di metallo, pezzi di legno. Poi recentemente l’aggiunta del tessuto e quindi la ricerca presso i tappezzieri".

La prima mostra di qualche anno fa si intitolava “Egoico” a indicare l’unicità di ciascuno. In questi giorni Migliorini sta preparando una personale al Castello di Monservisi, Porretta Terme di Bologna, dove è nato, che verrà aperta a luglio e agosto.