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Maltempo, sui siti dei Comuni le schede per i danni. Ma chi pensa al resto?

Del Pero, presidente del Circolo XX Settembre: Meda è una discarica di Sonia Ronconi

Danni del maltempo a Meda (Brianza)

Meda (Monza e Brianza), 11 luglio 2014 - Anche sul sito ufficiale del Comune di Meda, come su quello degli altri coinvolti dall’esondazioni, sono state pubblicate le schede da utilizzare per la richiesta di risarcimento dei danni che saranno inviate alla Regione Lombardia. I moduli andranno compilati allegando la copia del documento d’identità e consegnati all’Ufficio Protocollo oppure inviati all’indirizzo mail. Le segnalazioni vanno inoltrate entro e non oltre le 12 del 14 luglio. Nel frattempo i privati contano i danni che non potranno essere di certo ripagati. Nelle cantine e garage sono stati spazzati via anche oggetti importanti che fanno parte della memoria storica delle famiglie. Ora bisogna segnalare al Comune i danni e poi buttare tutto in discarica.

La volontaria più conosciuta di Meda, Rina del Pero, anche presidente del Circolo XX Settembre racconta: «Oggi il sole ha messo ancor più in risalto il brutto colore uniforme che ricopre i nostri giardini, i nostri orti, le nostre case, le nostre cose. Il fango e l’odore acre sono ancora qui. Avremmo voluto condividere l’entusiasmo di quanti avevano dichiarato che tutto era andato bene nell’emergenza ma non possiamo purtroppo essere della partita. Davanti alle nostre case sono ancora diligentemente accatastati i resti dei ciò che era parte del nostro quotidiano, dei nostri ricordi anche. Li avessero rimossi subito, il nostro dolore e il nostro disagio sarebbe stato meno sofferto».

E invece, continua a raccontare Rina Del Pero: «Insieme a tanti sfortunati che hanno dovuto gettare via ogni cosa, la loro presenza li obbliga a riflettere sul dopo, su come essere davvero cittadinanza attiva e lamentano di sentirsi davvero impotenti dinanzi anche alla scarsa sensibilità di chi invita a “scaricare” dal sito comunale la modulistica per la dichiarazione del danno senza rendersi conto che magari anche la moderna tecnologia è stata messa in un angolo e la “connessione’” non è sempre possibile. Per non parlare delle nostre nonne che quando citiamo il “sito” avvertono difficoltà, perplessità e anche un poco di rabbia. È vero, c’è emergenza ma quando una parte della città diventa una discarica a cielo aperto bisogna davvero organizzarci e la nostra storia di esondazioni avrebbe dovuto esserci di insegnamento, ma così non è. L’azienda che deve provvedere alla rimozione dei rifiuti chiude e nel pomeriggio attendiamo invano che passi il carro dei “monatti”, di manzoniana memoria a togliere anche pezzi della nostra esistenza».