Maturità, tanti 100 ma poche lodi

Obiettivo centrato per un centinaio di ragazzi dei principali licei e istituti cittadini, 30 al Frisi e 16 allo Zucchi

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di Cristina Bertolini

Conclusi quasi ovunque gli esami di maturità: oggi termina anche il liceo artistico Nanni Valentini, dove la seconda prova si protrae sui tre giorni. Dopo la raffica di lodi a profusione dello scorso anno, ora i livelli dei voti tornano alla normalità: medio alti, ma nella norma.

E così all’istituto tecnico Hensemberger di Monza, in cui 12 ragazzi sono usciti con 100100 come lo scorso anno al diurno, ma nessuna lode, contro le due lodi dell’anno scolastico 202021 che ha diplomato ben 4 candidati con 100 anche al serale, mentre quest’anno il voto massimo è stato 99100.

All’istituto tecnico Mosè Bianchi sono stati 19 i ragazzi usciti con 100, contro i 55 dello scorso anno. I commissari avevano voluto premiare l’impegno per le lezioni seguite in remoto e poi era mancata la seconda prova scritta: opportunità e rischio. "Abbiamo avuto 30 ragazzi usciti con 100100 – fa il punto Lucia Castellana, dirigente del liceo scientifico Frisi – e 11 ragazzi con la lode. Quindi le eccellenze sono oltre il 15% degli studenti e poi tante valutazioni sopra il 90".

"Nessun bocciato alla maturità – esordisce Aldo Melzi, dirigente dell’istituto Mapelli – d’altronde con un massimo di 50 crediti per il triennio, molti arrivavano all’orale già praticamente promossi, per cui paradossalmente sarebbe stato difficile bocciare. Al Mapelli 16 ragazzi hanno avuto 100, qualcuno in più rispetto ai 13 dell’anno scorso, ma nessuna lode, contrariamente allo scorso anno, quando le lodi erano state ben due".

Melzi era presidente di commissione all’istituto Floriani di Vimercate, dove ha dato due 100. Dieci studenti con 100 al liceo artistico Modigliani di Giussano e due 99100. Al liceo classico Zucchi su 175 candidati fra liceo classico e musicale ci sono stati 16 ragazzi con 100100 e una sola lode, mentre lo scorso anno le lodi furono una quindicina. Un 100 e lode tondo tondo per Michele Galvani, del liceo sportivo Da Vinci di Carate. "Il maggior imprevisto – racconta – è stato il tema di italiano: mi aspettavo qualcosa di più mirato. Come documento mi hanno chiesto di commentre una foto di una piastra in carbonio che si presta a collegamenti con la tecnologia bellica e sportiva". È contento Michele e ora sta per iscriversi a Fisica: "Tenterò il test alla Normale di Pisa – dice – e alla Galileiana di Padova, altrimenti mi fermerò a Milano. Mi sono iscritto al liceo sportivo perché ho sempre fatto atletica. Volendo avrei potuto virare su uno scientifico tradizionale, ma la mia scuola ha nel programma anche Diritto". All’orale ha raccontato l’ esperienza di alternanza scuolalavoro come allenatore della sua società di atletica, i Daini di Carate: avventura di successo, per cui la dirigenza lo ha voluto come allenatore fisso, con tanto di patentino.