Mattia, da Monza al podio stellato

Studi all’Olivetti, esperienze alla Pizzeria del Centro e alla Lira, oggi lavora nel migliore ristorante del mondo

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di Cristina Bertolini

Dall’istituto alberghiero Olivetti di Monza a cuoco dei vip alle Bahamas e poi nella squadra del ristorante stellato Geranium di Copenhagen, da pochi giorni il primo tra i 50 migliori ristoranti del mondo, dalla classifica di San Pellegrino Acqua Panna.

Questa in estrema sintesi la storia di Mattia Stanchieri, 32 anni, vimercatese di nascita, ma monzese da sempre, che ha mosso i primi passi proprio a Monza, alla Pizzeria del Centro, come cameriere, ancora mentre frequentava la scuola superiore.

In pochi anni Mattia ha fatto un paio di stagioni in un ristorante di Rimini, ha lavorato all’Osteria La Lira di Monza come aiuto cuoco stagista, al Pomiroeu di Seregno per un anno e Da Vittorio a Brusaporto, Bergamo ( tre stelle nella Guida Michelin).

Il suo talento si vedeva già a La lira, dove è diventato chef, facendo crescere l’osteria di quartiere a ristorante d’elite, riconosciuto da Il Golosario. Nel settore ha fatto tante conoscenze Mattia e così a 27 anni, l’ex proprietario della Golia, Andrea Caremoli, anch’egli monzese, gli ha offerto l’opportunità di assumere la gestione di un ristorante a Exuma, un’isola delle Bahamas, per due anni. Neanche il Covid ha fermato l’intrepido Mattia, che dovendo chiudere a causa della pandemia ha cominciato a cucinare per le cene private dei vip come Justin Timberlake, Kanye West, George Marciano (proprietario della Guess Jeans) e una serie di clienti prestigiosi nelle sfavillanti ville delle Bahamas. Il nome del cuoco italiano ha fatto il giro delle isole e così ha proseguito con le cene private anche dopo il Covid. "Ma a maggio 2022 ho voluto tornare in Europa – racconta Mattia, per entrare nel giro dei ristoranti stellati, forte dell’esperienza bahamense".

Con l’aiuto della fidanzata, valente recruiter internazionale, ha inviato curriculum e portfolio a 50 dei migliori ristoranti stellati del mondo e ben 8 gli hanno risposto. "Ho scelto Geranium di Copenhagen, specializzato in pesce e verdure – racconta – perché volevo conoscere la cucina nordica".

Detto fatto: colloquio, prova e assunzione come chef di partita (insieme ad altri 20 italiani su 30 cuochi), nella capitale mondiale della cucina, in cui i professionisti italiani sono molto apprezzati.