
Giovanni Mantegazza
Lissone (Monza e Brianza), 14 dicembre 1984 - Correva l’anno 1984 quando Giovanni Mantegazza, all’epoca 18enne, investì tutti i suoi risparmi, guadagnati lavorando, per mettersi in proprio e aprire un’azienda di arti grafiche a Lissone, in Brianza. Ora conta cinque dipendenti, e grosse commesse come quella per i cartelli nei parchi pubblici di Milano, realizzati dalla sua impresa. «Siamo in grado di fornire servizi a 360 gradi - racconta - nel nostro settore la rapidità è fondamentale, spesso ci vengono affidati lavori da realizzare nell’arco di poche ore». Giovanni Mantegazza elenca i problemi che soffocano le imprese: tasse troppo alte, burocrazia, infrastrutture che mancano perché «a volte ci vogliono due ore per effettuare una consegna da Lissone a Milano». E, al posto del reddito di cittadinanza, chiede «investimenti per creare lavoro», aiutare i lavoratori più anziani ad andare in pensione favorendo il ricambio generazionale.
«L’arrivo del digitale all’inizio ci ha spaventato - racconta - poi ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo fatto grossi investimenti e ci siamo riconvertiti. I cambiamenti tecnologici sono rapidissimi, e per questo sono importanti i giovani. Anche l’alternanza scuola-lavoro porta aria nuova nelle imprese». Un’azienda che funzione, ma che potrebbe rimanere senza eredi. Le due figlie di Giovanni Mantegazza stanno studiando all’università, e non sembrerebbero intenzionate a raccogliere il testimone. «Una è iscritta a giurispridenza - racconta - l’altra studia moda. E io, fra qualche anno, dovrò andare in pensione».