Manicomio Hardcore dei Tipo Milton, specchio del caos dei nostri giorni

Venerdì escono allo scoperto in digitale in tutte le piattaforme streaming, sette tracce in un vinile

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di Marco Galvani

Pezzi di quotidianità tagliati, rimescolati e incollati per raggiungere nuovi significati. Specchio della frammentazione fisica e mentale di questi ultimi due anni. L’instabilità che diventa un arnese con cui plasmare i pezzi. Ovvero le canzoni. Un grande collage. Un "Manicomio Hardcore". Come il titolo dell’album d’esordio dei Tipo Milton, gruppo post-punk dell’asse Monza, Lecco e Milano. Andrea Volonté (ex Fratelli Calafuria), Fabrizio Ravasi (ex Fratelli Calafuria, Gordo, Brain Distillers, Carlito’s Porno Trio) e Alessio Capatti (Mexican Chili Funeral Party, Treccani) venerdì escono allo scoperto in digitale su tutte le maggiori piattaforme streaming e digital, e con coraggio con un vinile. Sette tracce (la title track con la collaborazione di Pierpaolo Capovilla del Teatro degli Orrori) che viaggiano spedite in un’alternanza di pulito e distorto, portando la forma canzone italiana in territori heavy davvero inusuali. "Manicomio Hc è una sorta cut-up narrativo e figurativo – racconta Andrea -, uno specchio del periodo caotico che stiamo attraversando. Abbiamo voluto cristallizzare una situazione instabile cercando di trasformare tanti piccoli frammenti in qualcosa di nuovo ed edificante". Rimescolando le carte e cambiando le regole del gioco. "Fondamentalmente siamo un gruppo punk che guarda con amore al cantautorato italiano – si presenta Andrea -. Quindi scriviamo brani pop in maniera grezza e sovversiva". Prendono la parte più sincera del punk, ma "c’è tanta cura dietro al nostro lavoro".

Le liriche dadaiste sono l’aspetto più impalpabile della scrittura dei Tipo Milton. Esibiscono un gergo fantasioso e indeterminato, un po’ come negli anni Sessanta osava lo scrittore statunitense William Burroughs. Così "ognuno può collegare le parole al proprio ordine di sentimenti, oppure godersi il gioco squisitamente fonetico e musicale del loro flusso". Del resto, "l’approccio stesso alla realizzazione dell’album conferma la nostra attitudine: è stato registrato praticamente in presa diretta, per fare sì che non ci fosse nota che non suonasse autentica e sincera". Alla vecchia maniera. Un salto nel buio? Forse.

Ma "noi non molliamo, dopo aver rimandato due volte l’uscita del disco ci siamo detti ‘prima o poi le cose prenderanno una piega diversa’. E così pubblichiamo l’album sperando di fare tesoro di questo momento assurdo e tornare a suonare dal vivo. Spero, anzi pretendo, di vedermi su un palco fra un paio di mesi", confessa Andrea. "Costantemente alla ricerca di un effetto speciale", abbattendo i confini con una rivoluzione ‘colta e selvaggia’, per ‘allargare’ stili, suoni e testi e inventare (sempre) qualcosa di nuovo.