Tangenti in Brianza. Ornago, la regina dei cavalli: "E' stato il marito a regalarle tutto"

Il maneggio e i 'trucchi'

Il maneggio sequestrato a Ornago in Brianza

Il maneggio sequestrato a Ornago in Brianza

Ornago (Monza Brianza), 23 maggio 2018 - Lei, in posa con uno splendido cavallo, il sorriso dolce e soddisfatto, i capelli biondi mollemente appoggiati alla spalla. Sullo sfondo l’eleganza esclusiva del centro ippico immerso nei 32 ettari di verde di Ornago, in Brianza. Adriana Foti si muove da regina dentro le scuderie, in uno scenario da ranch in stile Dallas.

Ma quando le auto della Guardia di Finanza, l’altro giorno, hanno imboccato il viale sterrato fra alberi solenni, non è stata una vera sorpresa, se non per i dipendenti e gli ospiti che hanno sbarrato gli occhi. In questi giorni si organizzava uno dei tanti appuntamenti che avevano reso famoso il maneggio, complice anche quel Cesare Croce, nome conosciuto nel mondo degli sport equestri, che faceva da consulente al re del mattone. Eppure da tre anni nella tenuta le cui quote di controllo erano nel portafoglio titoli della signora Malaspina, «divorziata per finta», come dicevano i vassalli dell’impero immobiliare intercettati dalle Fiamme Gialle, le cose stavano andando male, molto male. Così Adriana, che ascoltata dalle microspie degli inquirenti ammette «di queste cose non ne capisco niente, mi devo per forza appoggiare a lui (il marito, ndr)», quando l’inchiesta parte e i fallimenti a catena non riescono più a essere mimetizzati con la cosmesi delle false fatture, deve prendere la gestione diretta dei beni.

Fino a lì ha fatto e firmato solo quello che il «dominus assoluto» del sistema le diceva di fare e firmare. Nulla di più. Eppure per acquistare questo solido lembo di terra brianzola dedicata ai cavalli, assegno circolare di spendibile rispettabilità borghese, i soldi non sono arrivati dal nulla. Due bancarotte fraudolente milionarie, secondo la Procura di Monza, consentono di rastrellare la cifra necessaria. Dal 2015 è Adriana Foti, la regina del maneggio di Ornago, ma i guai si sentono. «È nera, la moglie, rischia che le portino via tutto», dice ancora uno dei collaboratori, che con una certa dose di cinico realismo aggiunge: «Sì, ma chi gliel’ha costruito il Boschetto (la società cassaforte con le quote, ndr)? Lei, che si alza a mezzogiorno?». Di certo, Giuseppe Malaspina cominciava a lavorare presto al mattino. Ma usava la moglie come paravento. Lui stesso se ne compiace, quando spiega al commercialista: «Quando facciamo gli accordi, (la società) ce l’ha mia moglie in mano, e col ca... che mi cuccano più». Previsione sbagliata.