Monza, ordina l’omicidio dell’ex: 19enne arrestata

Salvo il ragazzo, accoltellato dal nuovo fidanzato di lei e da un complice. I messaggi choc:"«Deve pagare per quello che ha fatto"

Il luogo dell'accoltellamento

Il luogo dell'accoltellamento

Monza, 24 orttobre 2019 -  Marina non parla. È sconvolta, in carcere, il suo avvocato Pasquale Le Piane è andato ieri ad incontrarla a San Vittore a Milano ma lei era tanto distrutta psicologicamente che è stato necessario rinviare il colloquio a quando le cose andranno meglio. È in carcere dall’altro ieri Marina Spinelli, studentessa incensurata di 19 anni di Sesto San Giovanni di buona famiglia, arrestata per concorso in tentato omicidio, ma con un’accusa ancor più infamante. Sarebbe stata lei, autentica ‘Dark Lady’, a ordire l’omicidio del suo ex fidanzato, accoltellato con 7 fendenti lo scorso 15 settembre in un giardinetto pubblico di Monza, ma per sua fortuna sopravvissuto.

Ad accoltellarlo il nuovo fidanzato di Marina, l’italo egiziano Omran Mohanad, 20 anni, con la complicità di un amico. Entrambi già arrestati nelle scorse settimane. I carabinieri del Nucleo radiomobile della Compagnia di Monza sono riusciti l’altro giorno a chiudere il cerchio: dopo aver arrestato appunto l’aggressore e il suo complice (un 22enne egiziano), hanno infatti messo le manette anche alla presunta mandante dell’agguato. Diversi messaggi intercettati fra la giovane e il suo fidanzato comproverebbero il disegno criminale della coppia diabolica. E gettano un’aria inquietante e mefitica sui fatti: «Devono pagare per quello che hanno fatto», scrive ad esempio Omran. «Deve finire nel sangue». Ma chi sono i bersagli dell’agguato e cosa «hanno fatto»? L’ex fidanzatino di Marina, precedenti per droga alle spalle, appena uscito di prigione e prossimo alle nozze. E suo cugino, nome che non appare nemmeno dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal sostituto procuratore Carlo Cinque che ha coordinato le indagini.

Ma il movente non è chiaro. Perché i due dovevano essere «massacrati a calci e pugni», come scriveva in un altro messaggio la coppia? Una volontà distruttiva di cui la ragazza sarebbe stata partecipe e ispiratrice, anche se al momento non ha spiegato perché. Il suo legale suggerisce però tutt’altro: «La ragazza non è mai stata fidanzata con la vittima dell’accoltellamento. Anzi, aveva avuto una relazione sì, ma con suo cugino». E suggerisce un’altra ipotesi: la ragazza in passato aveva avuto problemi di droga, dai quali è però uscita, e il responsabile di questo sarebbe stato appunto quel fantomatico cugino, che l’avrebbe avvicinata al mondo degli abusi di stupefacenti. E allora Omran e Marina avevano escogitato come vendicarsi. 

C’è però un altro aspetto in questo puzzle di difficile soluzione: pochi giorni dopo il tentato omicidio fallito (la vittima non era mai stata in pericolo di vita), Omran Mohanad venne arrestato mentre si approntava a salire su un aereo in partenza per l’Egitto dall’aeroporto di Malpensa. E sempre in quelle ore Marina presentava una denuncia proprio contro di lui. Accusandolo di gelosia ossessiva, botte, insulti, minacce. Una condotta messa in pratica proprio il giorno dell’agguato, quando lei sostiene di essere stata costretta ad assistere alle coltellate rimanendo pietrificata dall’orrore.