Mais, frumento tenero, vite. Ricavi schiavi del meteo

La tecnologia non basta, l’agricoltura lombarda ha bisogno di altri cambiamenti

Ghiacciai in estinzione ed eventi meteorologici sempre più estremi sono il segno del cambiamento climatico che avanza, ma l’agricoltura lombarda non riesce ancora ad adeguarsi: le principali colture lombarde sono ancora fortemente dipendenti dal clima. Lo evidenzia lo studio realizzato da PoliS-Lombardia nell’ambito di una fellowship assegnata al professor Paolo Sckokai, che analizza le performance economiche e ambientali delle aziende agricole lombarde utilizzando un set di dati innovativo, che mette in relazione la banca dati Rete d’Informazione Contabile Agricola con le banche dati georeferenziate relative alle variabili meteo-climatiche e alle caratteristiche dei suoli.

Il lavoro riguarda due colture erbacee estremamente importanti per l’agricoltura lombarda, il mais e il frumento tenero, e la coltura arborea della vite, in vase ai dati relativi alle aziende lombarde. Cosa è emerso? Innanzitutto che le rese delle colture e i corrispondenti ricavi sono ancora fortemente dipendenti dal clima: nonostante il massiccio investimento in tecnologia, è ancora assolutamente normale osservare un’ampia variabilità delle rese da una stagione all’altra, con un ordine di grandezza che arriva regolarmente al 10-20%.

In questo contesto sono soprattutto gli eventi estremi a condizionare negativamente i risultati delle aziende e tra questi, per tutte le colture studiate, è soprattutto il gelo-freddo tardivo ad avere un impatto negativo. I trattamenti antiparassitari continuano a giocare un ruolo molto importante per mantenere rese e ricavi elevati, soprattutto per vite e mais, mentre l’effetto è meno rilevante per il frumento. Di conseguenza, è necessaria grande prudenza nel perseguire il target della riduzione del 50% del rischio da pesticidi. Se nel lungo periodo questo target può essere mantenuto, è necessario che gli agricoltori possano avere a disposizione alternative credibili all’uso dei fitofarmaci.

È quindi necessario orientare le policy verso la ricerca e l’innovazione tecnologica per ridurre l’uso di pesticidi (agricoltura di precisione, agricoltura rigenerativa, uso di biostimolanti) per poi rendere disponibili queste innovazioni alle aziende. Inoltre diventano cruciali le strategie di gestione del rischio, come le polizze assicurative tradizionali agevolate o parametriche contro le avversità catastrofali (gelo, alluvione, siccità) che oggi sono solo parzialmente coperte dalle polizze tradizionali, oppure i fondi mutualistici contro la volatilità dei redditi o contro le fitopatie.

F.P.