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L’uomo di fiducia delle cosche, "ma non sono bravo a fare i conti"

L'inchiesta sull'ennesima infiltrazione della 'ndrangheta in Lombardia ha portato all'arresto di Leone Palamara, di Melito di Porto Salvo, che gestiva operazioni di riciclaggio e scambio bonifici-contanti. Con l'aiuto di due collaboratori, ha fatturato oltre 600mila euro.

L’uomo di fiducia delle cosche, "ma non sono bravo a fare i conti"

"Sapete che io non sono bravo a fare i conti…". Ha dell’ironico una delle intercettazioni raccolte dai carabinieri di Monza nell’inchiesta che ha scoperchiato l’ennesima infiltrazione della ‘ndrangheta in Lombardia. Operazioni di maquillage finanziario, questa volta, menti spregiudicate. Una è quella di Leone Palamara, nato nel 1987 a Melito di Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria, residente a Pioltello, di fatto domiciliato a Brugherio. Messo ai domiciliari, ora. Sposato con la figlia della sorella di Giovanni Morabito (a sua volta figlio del boss Peppe), su sua precisa direttiva si occupa di tutte le operazioni di riciclaggio – specifica l’ordinanza firmata dal Gip Domenico Santoro – portate avanti dal sodalizio mediante le operazioni di scambio bonificicontanti. Un uomo di garanzia per la famiglia. "Gestisce i rapporti con i vari clienti, reperisce il denaro contante".

Ad esempio è lui a provvedere, in un’occasione, davanti allo stesso Morabito, a consegnare personalmente a uno dei sociclienti, all’interno degli uffici di via Vittor Pisani a Milano, la somma di 24mila euro. Un uomo fidatissimo: è sempre lui a coordinare le operazioni di falsa fatturazione a copertura del riciclaggio. Con ruoli operativi, si avvale di due collaboratori, Andrea Maria Pallotti e Stefano Talia (residente a Monza, quest’ultimo: 46mila euro sequestratigli dai carabinieri). Ma è anche un uomo di polso. Ne dà un esempio proprio con uno dei suoi collaboratori, Talia, quando si convince che quest’ultimo abbia intascato parte dei profitti del sodalizio criminale. Partecipa anche agli incontri con i potenziali clienti, discutendone le relative percentuali, anche in relazione alle trattative per la vendita dei fittizi crediti di imposta. Con un articolato sistema di società cartiere, è un maestro nella monetizzazione di bonifici, che grazie arrivano a fatturare oltre 600mila euro.

Da.Cr.