
di Gabriele Bassani
Gli uffici del settore Tecnico del Comune a Palazzo Arese Jacini e i locali di via Fermi adesso sono liberi e a disposizione dell’Inps per riportare a Cesano la storica sede, che dall’autunno scorso è stata chiusa per problemi all’impianto di riscaldamento e trasferita a Desio. In questi giorni si sono conclusi i lavori di trasferimento degli uffici tecnici nell’ala settecentesca di Palazzo Arese Jacini dove aveva sede l’Isal, l’Istituto per la Storia dell’Arte Lombarda, che è stato spostato nell’ala sud del Palazzo, recentemente ristrutturata. Questa operazione, oltra ad avvicinare il settore tecnico al resto degli uffici comunali consente di liberare i locali per ospitare la nuova sede dell’Inps come previsto dagli accordi tra Comune e Istituto di previdenza. Nei mesi scorsi il sindaco Maurilio Longhin ha sollecitato lo svolgimento di sopralluoghi da parte dell’Inps, l’ultimo dei quali risale al 19 aprile scorso. Durante il trasloco dell’Isal sono stati movimentati 100 mila libri, 400 mila fotografie, quasi 2 chilometri lineari di scaffali di materiale archivistico. L’operazione è costata quasi 150mila eure e si è svolta in più fasi distinte anche per garantire la continuità dei settori Urbanistica e Lavori pubblici del Comune di Cesano. Gli spazi occupati dall’Isal, in parte dell’ala nord e nell’ala sud, misurano circa 600 metri quadrati. All’incirca la stessa dimensione dell’area occupata dagli uffici comunali dell’area tecnica, su tre piani nell’ala sud.
"Un passaggio importante - afferma il sindaco, Maurilio Longhin - volto alla razionalizzazione degli spazi degli uffici comunali, alla tutela dell’Isal e a lasciare liberi gli spazi di via Fermi per l’Inps. Un’operazione programmata e pianificata. Quello che dovevamo fare è stato fatto, con efficienza e responsabilità, mantenendo l’impegno di liberare gli spazi di via Fermi entro la primavera per consentire il ritorno dell’ente nella nostra città". Il trasloco dell’Inps da Cesano a Desio era stato definito urgente ma provvisorio dal direttore regionale Giovanni Di Monde, rispondendo alla lettera che gli avevano inviato a metà ottobre i consiglieri regionali brianzoli Andrea Monti (Lega) Gigi Ponti (Pd), Federico Romani (Fratelli d’Italia) e Paola Romeo (Limbiate) in cui venivano evidenziati i disagi provocati.