
di Stefania Totaro
Sul contenzioso tra il Comune di Villasanta e il fallimento della Lombarda Petroli il Consiglio di Stato rinvia alla Corte Costituzionale una questione di legittimità sugli standard la cui pronuncia potrebbe riguardare i piani urbanistici di tutta Italia.
Si tratta dell’ultimo tassello della lunga controversia che vede in gioco il futuro di un terreno di 160mila metri quadrati della ex raffineria di Villasanta da cui, la notte del 22 febbraio 2010, vennero sversate quasi 3 mila tonnellate di gasolio e oli combustibili, che dal fiume Lambro finirono fino al delta del Po e che attende ancora la bonifica. Da un lato l’amministrazione comunale che con il Pgt del 2019 ha previsto la realizzazione di attività produttive e commerciali e la destinazione di 90mila metri quadrati a standard, ossia ad usi collettivi come verde, ciclabili, parcheggi. Dall’altro, la curatela del fallimento della Lombarda Petroli che invece vuole siano previsti edifici residenziali e chiede sia ridotta la previsione di standard.
Il Tar della Lombardia ha dato ragione al Comune per quel che riguarda la destinazione ad attività produttive e commerciali e ha invece accolto le richieste della Lombarda Petroli quanto alla riduzione degli standard. Entrambi hanno ricorso in appello al Consiglio di Stato, che ora ha sospeso il procedimento per adire la Corte Costituzionale.
"La questione di legittimità costituzionale riguarda le norme statali e di Regione Lombardia che consentono ai Comuni, negli interventi edilizi produttivi e commerciali, di avere massima libertà nella richiesta di quantità di aree standard agli operatori senza più dover sottostare ai parametri da sempre applicati nei piani regolatori generali - spiega l’avvocato Umberto Grella, che con il collega romano Guido Francesco Romanelli è firmatario del ricorso al Consiglio di Stato per la curatela del fallimento di Lombarda Petroli - In pratica, queste norme consentono ai Comuni sia di far edificare comparti produttivi e commerciali chiedendo pochissimi standard, e quindi creando edificazioni caotiche e disordinate, sia di far edificare comparti importanti con richieste di standard assurde ed irragionevoli, quindi minando la sostenibilità economica degli interventi ed addossando poi ai Comuni ingenti costi di manutenzione delle aree cedute. Ciò rende a prima vista evidente l’assurdità delle scelte compiute dal legislatore statale e regionale che il Consiglio di Stato ha ritenuto di sottoporre al giudizio della Corte Costituzionale. Se la Corte annullasse queste norme, in ragione dell’effetto retroattivo della decisione della Consulta potrebbero saltare numerosi piani urbanistici generali in tutta Italia in cui queste norme sono state applicate".
Una questione di grande respiro ed interesse che, però, di fatto sospende per un periodo che non si prevede breve la querelle tra Comune di Villasanta e curatela fallimentare di Lombarda Petroli, recentemente ancora più inasprita dall’annuncio fatto dall’amministrazione di avere ottenuto un finanziamento milionario europeo del Pnrr per la bonifica di parte dell’area, considerato invece dalla curatrice Elisabetta Brugnoni uno spreco di denaro pubblico ritenendo che "una bonifica finanziata privatamente, nell’ambito di un progetto di sviluppo edilizio dell’area, impedirebbe che i cittadini un domani debbano restituire i fondi pubblici con le proprie tasse". Il Comune replica di agire solo per il bene dei cittadini.