
di Gabriele Bassani
A dieci anni esatti dalla sua scomparsa, Lucio Dalla rivivrà per una sera sul palco dell’Excelsior cinema&teatro di Cesano Maderno, grazie alla straordinaria intepretazione di Dario Ballantini. Non sarà uno spettacolo di imitazione, ma un vero e proprio omaggio personale, più ancora che artistico, che Ballantini rivolge a quello che è stato il suo beniamino, l’artista per il quale nutriva una passione e una ammirazione smisurata, nota a tutti i suoi amici fin dai tempi del liceo. "Da Balla a Dalla" è il titolo dello spettacolo che arriva domani sera a Cesano, proprio a ridosso del decimo anniversario dell’improvviso e prematuro addio al grande cantautore bolognese. Si tratta di uno spettacolo scritto e cantato dallo stesso Dario Ballantini, su progetto e regìa di Massimo Licinio. In scena con musicisti d’eccezione, Ballantini racconta minuziosamente i passaggi della carriera di Dalla, cantando con una voce sorprendentemente fedele all’originale e trasformandosi "dal vivo" in lui.
Il suo rapporto con Lucio Dalla è davvero particolare e viene da lontano, quando porta in scena questo spettacolo che emozioni prova?
"E’ un’emozione speciale, diversa da tutte le altre. Il mio rapporto con Dalla è molto forte dal punto di vista emotivo. Dalla è stato fondamentale per la mia formazione. Ho avuto l’occasione di incontrarlo, addirittura ha cantato per me a un evento, mentre dipingevo e considero quello un grande regalo che mi ha fatto la vita".
Lei è un mago delle imitazioni, oltre alla voce cambia anche l’aspetto per somigliare personaggio imitato. Ma qui si parte da qualcosa che c’è dentro. Cosa c’è di Dalla in lei?
"In questo spettacolo io mi immergo in Lucio Dalla. Io l’ho studiato, l’ho seguito come fan, l’ho conosciuto di persona. Al liceo facevo le cassettine mischiando la voce di Dalla alla mia e le distribuivo agli amici per sfidarli a riconoscerle. Io volevo essere come lui. Questa non è una imitazione, è un atto di amore".
Sono 10 anni dalla morte di Lucio, siamo in un momento storico che nessuno dieci anni fa avebbe immaginato...
"Lucio Dalla ha avuto tre step nella sua carriera in cui ha toccato in maniera molto diversa il tema della guerra, da "4 marzo 1943", a "Futura" con riferimenti anche al Muro di Berlino, fino alla follia dei due piloti rimasti soli a farsi la guerra dopo un’esplosione atomica, cantati in "Washington".