Non è riuscito a patteggiare un’altra volta la pena convertita in lavori di pubblica utilità anche per l’accusa di maltrattamenti in famiglia, che hanno spinto il Tribunale dei Minorenni a disporre l’allontanamento da casa della compagna e dei loro 4 figli minori. Ma ha comunque patteggiato 2 anni di detenzione domiciliare, come previsto dalla riforma Cartabia. Lo ha deciso il Tribunale di Monza per il 37enne salito alla ribalta delle cronache per avere perseguitato 4 impiegate dei servizi sociali del Comune. Per questa vicenda l’uomo è già stato condannato a 2 anni di reclusione col rito abbreviato e il risarcimento dei danni di 3mila euro ciascuno alle tre parti civili. Pena che in appello è stata ridimensionata e ora si va verso il ricorso in Cassazione.
L’uomo, con svariati precedenti per reati contro la persona, il patrimonio e in materia di sostanze stupefacenti, aveva ottenuto, sempre dal Tribunale monzese, la messa alla prova per 14 mesi ai servizi di pubblica utilità, ad aiutare Legambiente per 4 ore alla settimana, per l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale perché durante una perquisizione a casa sua ha tentato di ostacolare l’accesso dei militari per poi aggredirli. Una misura favorevole all’imputato, prevista una volta al posto della prima condanna e che lo può estinguere se il programma viene concluso positivamente, che però ora il giudice ha revocato dopo che nei confronti del 37enne sono arrivate l’accusa di maltrattamenti in famiglia e poi anche quella di maltrattamenti nei confronti della figlia 18enne avuta da una precedente relazione per cui il processo inizia il 24 settembre. Mentre per l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale il dibattimento si riapre a ottobre perché salta la messa alla prova. S.T.