ALESSANDRO SALEMI
Cronaca

Lo “sfratto“ alla criminalità. La villa confiscata a Cosa nostra nelle mani delle associazioni

Il Comune ha chiesto allo Stato di poter acquisire l’edificio di via Modigliani, da 12 anni in attesa rinascita "Attendiamo l’assegnazione a breve: con Libera stiamo pensando a una destinazione sociale e culturale".

Il Comune ha chiesto allo Stato di poter acquisire l’edificio di via Modigliani, da 12 anni in attesa rinascita "Attendiamo l’assegnazione a breve: con Libera stiamo pensando a una destinazione sociale e culturale".

Il Comune ha chiesto allo Stato di poter acquisire l’edificio di via Modigliani, da 12 anni in attesa rinascita "Attendiamo l’assegnazione a breve: con Libera stiamo pensando a una destinazione sociale e culturale".

Il Comune punta alla villa confiscata a Cosa nostra nel 2012. "Quest’anno siamo entrati in contatto con l’Agenzia nazionale dei beni confiscati per chiedere la situazione del bene di via Modigliani – spiega Carlo Sormani, assessore all’Urbanistica di Villasanta –, dopo che già nel 2017 il Comune aveva dato la sua disponibilità a prenderlo in carico. Abbiamo inoltrato la richiesta perché sul riutilizzo dei beni confiscati alle mafie hanno un diritto di prelazione le Forze dell’ordine". "Una volta che l’Agenzia ci ha comunicato che non erano pervenute richieste di riutilizzo – prosegue –, ci siamo offerti noi. Dopo l’estate è uscito un decreto per la disposizione del bene a cui ci siamo candidati, che dovrebbe arrivare ad assegnazione a breve. La nostra volontà è di incamerarlo nel patrimonio comunale". Una volta arrivati al vicino traguardo, l’immobile dovrà attendere ancora diversi di mesi prima di iniziare il suo percorso di rinascita. "Contiamo di recuperarlo con una ristrutturazione attraverso i fondi di un bando regionale che uscirà a metà 2025 – chiarisce Sormani –, con cui verranno assegnate risorse ai Comuni per la riqualificazione e la gestione di beni confiscati". "Ciò che si farà poi al suo interno – continua l’assessore –, sarà sicuramente di carattere sociale, culturale o di servizi alla cittadinanza, lavorando con centri e associazioni del territorio. Abbiamo già un bel dialogo con Libera Monza e Brianza, che stiamo coinvolgendo in questa operazione".

Per l’effettiva rifunzionalizzazione dell’edificio c’è dunque da attendere, in tutto, almeno un annetto. Un tempo da considerarsi poca cosa ormai, viste le lungaggini dell’iter per il riutilizzo di un bene confiscato, che nel caso della villa di via Modigliani conta già 12 anni. "Sono procedure molto lente a livello nazionale – osserva l’assessore –, probabilmente per i tempi della giustizia. Per quanto riguarda la nostra villa è in corso una procedura processuale sotto il controllo del tribunale di Caltanissetta. Molti anni si perdono per i processi legali". "Tante volte sono i Comuni a dire di no all’Agenzia dei beni confiscati – conclude l’assessore –, perché i costi di una ristrutturazione, soprattutto su beni più grandi come capannoni di ditte o edifici abbandonati, sono molto ingenti e poi ci sono i costi di mantenimento. C’è in generale un problema di risorse, che si aggrava se un immobile rimane fermo per molto tempo".