Lissone, le tombe dimenticate della Prima guerra mondiale

Le lapidi accatastate in un anonimo magazzino vicino al cimitero.

Simona con la fotografia della lapide dedicata ai fratelli Ferdinando e Paolo Monguzzi

Simona con la fotografia della lapide dedicata ai fratelli Ferdinando e Paolo Monguzzi

Lissone (Monza Brianza), 14 agosto 2019 - Ferdinando Monguzzi muore poco dopo la disfatta di Caporetto, il 25 novembre del 1917. Ha appena 20 anni. Suo fratello Paolo muore invece l’anno successivo, il 2 novembre, dopo aver contratto un’infezione in seguito a una ferita rimediata nella battaglia di Vittorio Veneto. Lui, di anni, ne ha 24. Sono due dei milioni di morti di uno dei disastri bellici più sanguinosi della Storia d’Italia: la Prima Guerra Mondiale.

Come loro, fra le pietraie dal Carso e le trincee di confine con l’impero Austro Ungarico, accadde a tantissimi ragazzi. Ad accomunare Ferdinando e Paolo, però, c’è un altro particolare: vivevano a Lissone. Eppure, la loro città sembra averli dimenticati. Per trovare le loro lapidi occorre infatti amarsi di pazienza e trovare le loro lapidi, accatastate, a volte spezzate, in un anonimo magazzino vicino al cimitero. Fino a pochi anni fa non era così. Le lapidi funebri che li ricordavano erano in un punto ben preciso, lungo il vecchio muro di cinta del cimitero. Poi, però, quel muro ha dato segni di cedimento e il Comune è stato costretto a intervenire per risistemarlo. Per quei lavori, è stato necessario togliere le lapidi dei Caduti nella Prima Guerra Mondiale e metterle da parte. In un magazzino, appunto. L’idea era di risistemarle e rimetterle un giorno al loro posto. Non è andata così. La famiglia Monguzzi, quella dei due ragazzi di cui abbiamo parlato, ha scoperto cosa fosse accaduto solo pochi mesi fa. Racconta Simona: "Mia figlia per l’esame di terza media doveva preparare una tesina sulla guerra e ha pensato di dedicarla proprio a Ferdinando e Paolo, fratelli di suo nonno paterno Santino. La nonna l’aveva portata spesso al cimitero a vederle, le era sembrato un modo per ricordare una storia della famiglia. Perché la storia non si fa solo sui libri". La sorpresa è arrivata però quando mamma Simona e la figlia non hanno trovato le lapidi che avevano visto per anni al cimitero. Fino a quando dopo un lungo peregrinare fra cimitero e uffici, mamma Simona ha scoperto cos’era accaduto. "Le lapidi erano accatastate in un magazzino polveroso. Per puro caso, o forse per un segno del destino, il mio occhio è caduto sulle lettere “M” e “O” che componevano l’inizio del nome e le ho trovate. Il problema è che quelle lapidi sono rovinate, alcune lettere mancano. Il Comune prima di rimetterle al loro posto, vuole che i parenti dei defunti le facciano restaurare a loro spese". I costi? "Il preventivo è di circa 1.800 euro".

Non poco. "Bisognerebbe coinvolgere tutti i parenti ma ritrovarli, a distanza di tanto tempo, non è semplice... Se non fosse stato per mia figlia chissà quando ce ne saremmo accorti. Il Comune sostiene di aver avvisato i parenti, ma parecchi di loro ormai forse erano morti o troppo anziani". I lavori risalgono a un paio di anni fa. "Alcune lapidi sono state riportate al loro posto, ma le altre ancora attendono che qualcuno si faccia vivo". Simona quasi si commuove: "Sarò sentimentale, ma quei ragazzi così morrannno una seconda volta. Speriamo che in Comune facciano qualcosa".