REDAZIONE MONZA BRIANZA

Lissone, il prestanome: "Firmavo le carte, ma non ne sapevo nulla"

Parla il prestanome della società, sotto accusa con l’ex maresciallo: "Se ne occupavano Santise e la moglie".

"Ho fatto tutto per fare un favore a Pasquale Santise che lconosco da bambino, siamo nati e cresciuti nello stesso paese e negli anni il nostro rapporto di amicizia si è sempre più rinsaldato. Ma della società si sono sempre occupati lui e la moglie, io non avevo neanche la password della mail aziendale". Francesco Carrozzino, 59 anni, ristoratore nativo di Belvedere Marittimo in provincia di Cosenza e residente a Roma, è imputato di fatturazioni per operazioni ritenute inesistenti per il valore di un centinaio di migliaia di euro insieme a Pasquale Santise, 57 anni, maresciallo dei carabinieri in pensione dopo essere stato luogotenente di polizia giudiziaria alla Procura di Milano e sindacalista dell’Arma e al cognato di Santise e compaesano Francesco Trieste, 61 anni, imprenditore edile, a riguardo della società ‘Aragò’ che forniva servizi al consorzio di cooperative edilizie dell’Arma di cui Santise era presidente e dove lavorava la moglie Laura. Ma Carrozzino nega di avere mai avuto alcun ruolo attivo nella società e ieri lo ha spiegato in aula alla ripresa del processo che vede Santise imputato a vario titolo con altre 6 persone di truffa, appropriazione indebita, falso e reati fiscali. Secondo la pm Franca Macchia, i reati sono stati commessi da Santise come presidente della cooperativa Lucerna di Lissone (i soci, membri dell’Arma si sono costituiti parti civili al processo) e del relativo consorzio di cooperative. Per l’appropriazione indebita, invece, Santise è l’unico accusato quale “amministratore di fatto” della Argò,intestata secondo l’accusa a prestanomi e si "appropriava di somme e risorse della società destinandole a sé e ai suoi familiari" tra cui il leasing di una Land Rover, quasi 7.000 euro di lavori di giardinaggio presso la propria abitazione, altri 4.000 euro di assegni versati sul proprio conto corrente nonché il pagamento di quasi 80.000 euro per servizi resi da terzi nell’azienda agricola della moglie. "Apprezzo Pasquale Santise per la sua lealtà e quindi sono stato lieto di dare una mano a un amico quando nel 2004 mi chiese di acquistare il 99% delle quote di una società che allora non si chiamava Argò - ha dichiarato Carrozzino -. Mi ha chiesto di svolgere anche la funzione di amministratore della società perché aveva bisogno di acquistare le quote ma era in forza all’Arma e la moglie non poteva in quanto sua coniuge. Nel 2009 la società è diventata Aragò. Non sapevo neanche che per un certo periodo amministratore è stato il cognato Francesco Trieste.

Io non mi occupavo di niente, venivo solo per firmare i documenti e le deleghe per le operazioni bancarie. Santise e la moglie sottoscrivevano documenti a mio nome col mio consenso. Non so di cosa si occupasse la società".

Stefania Totaro