Un fulmine sulle tubature a Gerno e Peregallo che lascia le case senza gas, quattro casi di legionella, due morti, il pressing su Pedemontana, il turn-over in municipio con le dimissioni di cinque dipendenti su 25 e quello dei segretari.
Voci di peso dell’opposizione ammettono: "Nei due mandati precedenti non era successo neanche la metà di quel che abbiamo visto nell’ultimo anno e mezzo".
Così, adesso che la corsa per il Comune è ricominciata, anche chi preferisce non uscire allo scoperto per non dare un vantaggio agli avversari, spezza una lancia a favore di Francesco Montorio. Il sindaco dimissionario a un anno e mezzo dalla vittoria alle elezioni, alle quali aveva votato un avente diritto su due, "ne ha dovute affrontare di tutti i colori". La sua scelta di ritirarsi ha spiazzato i contendenti, che da oggi si ritrovano, a sorpresa, di nuovo nell’agone per strappare al centrosinistra una poltrona essenziale nello scacchiere politico della zona. E lui, il protagonista di un caso destinato a far discutere a lungo, ne è consapevole.
"Non è stata una decisione presa a cuor leggero – spiega il giorno dopo la notizia della lettera di dimissioni l’ex primo cittadino – anche per il mio attaccamento alle istituzioni. Ho soppesato le conseguenze". Outsider, prima di approdare alla guida della Beverly Hills brianzola, si era speso per le campagne referendarie avvicinandosi ai 5 Stelle lasciati con l’arrivo di Luigi Di Maio alla guida del movimento.
Poi, la corsa alle urne da debuttante, che era riuscito però per una manciata di voti a surclassare gli altri aspiranti, Luca Zita, di Fratelli d’Italia, Marco Desiderati, l’ex sindaco che uscì dalla Lega anni fa per correre di nuovo con il sostegno del Carroccio e di Forza Italia, e un’altra matricola alla testa di lista una civica, Tino Ghezzi (Idealesmo).
È lui che oggi si dice "decisamente sorpreso dalla scelta di Montorio. Siamo caduti dalle nuvole – aggiunge Ghezzi –. Stiamo valutando cosa fare".
È possibile che la nuova campagna per la poltrona più importante in municipio veda in campo gli stessi attori di 18 mesi fa, ma con una differenza sostanziale, l’accordo all’interno del centrodestra, che nel 2022 non ci fu.
"Puntiamo a tenere unita la coalizione – conferma Roberto Ceppi, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia – qui come in tutti gli altri centri dell’area chiamati alle urne". Un avviso ai compagni leghisti che hanno diverse conferme in ballo da queste parti, una su tutte, Mauro Capitanio a Concorezzo. A Lesmo, senza che nessuno potesse immaginarlo, si gioca una partita più ampia. Di Montorio resta lo stile - sempre presente con un garbo da gentiluomo del Sud - e forse l’impegno ancora su questioni più lontane dall’amministrazione di tutti i giorni, il referendum sul premierato, che si fa strada dopo le scelte del governo.
Se ci sarà, nel borgo alle porte di Monza la consultazione potrà contare sulla sua voce autorevole. E poi ci sono gli ’orfani’ dello storico Comitato No Pedemontana, che qui ha uno zoccolo duro e che in lui avevano trovato un riferimento sicuro. E che, a differenza della minoranza, non si sono sentiti traditi dall’accordo sull’autostrada. "Ciclabili in cambio di niente con i tir che resteranno sul sagrato della chiesa", aveva sentenziato Desiderati girando il dito nella piaga il giorno dopo l’annuncio del patto sulle otto corsie in arrivo.
La sfida elettorale ricomincia da qui.