"Chissà perché tocca sempre al Vimercatese. Abbiamo già fatto la nostra parte, Agrate ha ospitato il centro profughi nell’altra grande emergenza sbarchi, otto anni fa, per più di 24 mesi". Parla l’ex sindaco Ezio Colombo, regista di un modello di integrazione che ha ha scritto una delle pagine più importanti dell’accoglienza sul territorio. Anche lui, dem, rappresentava una giunta di centrosinistra. "Mentirei se dicessi che l’idea non mi spaventava: l’avvio è stato difficile, soprattutto per i migranti, sistemati in tenda al freddo d’inverno e al caldo d’estate". La svolta è arrivata "quando alla cooperativa che gestiva l’hub della Provincia al confine con Carugate subentrò la Croce Rossa. Un’organizzazione migliore si affiancò al nostro progetto di inclusione sul quale abbiamo lavorato da subito". L’amministrazione chiese aiuto alla parrocchia e alle associazioni e il risultato è stato "un grande sforzo corale che ha cancellato preconcetti e ci ha aiutato a costruire un rapporto positivo con gli ospiti, arrivati anche al picco di 250. Quasi tutti ragazzi giovani, che grazie al piano ad ampio spettro si dedicarono a lavori socialmente utili: dipinsero le scuole e diversi edifici pubblici. Un modo che aiutò la gente a entrare in contatto con loro".
"Andavamo a prenderli in macchina, di sera, per portarli a vedere un film, o ad ascoltare musica". Erano state organizzate anche cene di scambio culturale, "in cui le famiglie ‘adottavano’ un ragazzo e preparavano insieme le pietanze del suo paese, un modo per condividere che ha avvicinato tantissimo le persone. Se tornassi indietro rifarei la stessa cosa". I momenti di tensione non sono mancati, "soprattutto all’inizio, la logistica non aiutava, ma poi Croce Rossa riuscì ad avere dei prefabbricati in cui c’erano letti a castello che garantivano più privacy e condizioni più umane e le cose presero la piega giusta". Davanti alle critiche "ho sempre tirato dritto. Ancora oggi ricordo le manifestazioni di Forza nuova". La Cri potrebbe gestire anche Vimercate, se l’hub venisse aperto, ha già portato a termine un sopralluogo in via Toti. "Abbiamo messo in evidenza la necessità di aumentare i servizi – dice Maurizio Gussoni, uno dei responsabili dalla sezione di casa – l’opzione Agrate è stata bocciata per la presenza di cavi dell’alta tensione: la legge prescrive che non ci si rimanga sotto per più di sei ore".
Barbara Calderola