BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Le villette lontano dai riflettori. Il regalo del Cavaliere alle Olgettine

Nel quartiere dove vivevano due delle giovani aspiranti starlette che parteciparono alle cene di Arcore. Ma nessuno le ha mai viste, nemmeno i carabinieri che dovevano chiamarle a testimoniare.

Le villette lontano dai riflettori. Il regalo del Cavaliere alle Olgettine

Le villette lontano dai riflettori. Il regalo del Cavaliere alle Olgettine

Una strada secondaria collega Bernareggio a Ronco Briantino. Un semaforo, una svolta fra villette anni Sessanta e Ottanta, poi un’altra curva, prima di perdersi fra i campi. Si apre il panorama di borghese riservatezza di un quartierino di villette, tutte in mattoni a vista, circondate da una alta e compatta siepe di cipressi. Nella zona, dove le strade portano i nomi di grandi navigatori, via Da Verrazzano è una traversa ancora più isolata di via Cristoforo Colombo. È qui che fino al 31 dicembre avranno il diritto di abitare Barbara Guerra e Alessandra Sorcinelli, le due Olgettine protagoniste delle cene di Arcore e dei relativi processi che hanno coinvolto per anni l’ex premier Silvio Berlusconi. Da questo complesso, nei quali le due ragazze avevano a disposizione in comodato gratuito le residenze stimate intorno al milione di euro di valore, le inquiline dovranno traslocare, ora che che gli eredi del Cavaliere hanno deciso di non rinnovare l’accordo. Gli immobili risultano controllati dalla società Dueville di Segrate, con sede a Milano, riconducibile alla vasta galassia del Biscione, a propria volta partecipata dalla Dolcedrago, un’immobiliare, e due holding di famiglia, che ha sotto la propria responsabilità edifici in Sardegna, Toscana e Lombardia. Il complesso sta a due passi dalla grande rotonda disegnata dall’archistar Mario Botta per la famiglia di costruttori Redaelli-Vertemati, circondata da altre villette a schiera disegnate dalla stessa mano, dietro le facciate di cotto regnano ordine e silenzio. Un’appendice meno prestigiosa, ma nello stesso stile e di identica fattura. Un raggio di sole asciuga le pozzanghere.

Sullo sfondo, il fruscìo di auto lontane che passano. Dietro il cancello del numero 4, davanti a un vialetto di autobloccanti, una fila di cassette delle lettere d’alluminio. Dentro, non c’è nessuno. E nessuno apre le finestre o risponde ai citofoni. Qui, si erano già presentati i carabinieri a maggio del 2015, più volte e per più giorni, quando una pm barese che era a caccia di testimoni in uno dei mille rivoli processuali del grande caso che coinvolgeva il fondatore di Forza Italia richiedeva la presenza di una teste in aula. I militari finirono per inviare un avviso di “vane ricerche“ per Barbara Guerra. Attività passate quasi inosservate nel silenzio della profonda provincia brianzola. Dove il papà di Mediaset da sempre custodisce una ramificata serie di interessi e di conoscenze, proprio nel campo del mattone che è stato, dagli anni Sessanta, il suo primo amore e il suo iniziale successo imprenditoriale. Bernareggio con le sue dimore riservate è in fondo solo a una manciata di chilometri dal mausoleo di Arcore, ma anche da Macherio.

Quasi la stessa distanza da Vimercate, dove nel 2020 la società Leader, dell’amico Ivo Redaelli, per 2,5 milioni, cedette a Berlusconi la parte privata di Villa Sottocasa, gioiello da restaurare in condominio con il Comune. Ma la distanza è poca anche dal Lecchese e da Casatenovo, dove da poco è stata venduta la villa che il Cav aveva lasciato in uso a Francesca Pascale. L’aveva comprata da un altro grande nome dell’edilizia vimercatese, il Gruppo Giambelli.