
Le signore della strada "Sono volato fino in Perù per salvare la mia Isotta Ora è come una figlia"
di Martino Agostoni
MONZA
"Facendo stamattina il tragitto da Milano a Monza ho ripercorso la strada che facevo 50 anni fa per venire a lavorare in Brianza. Era tutto diverso ma che tempi, che ricordi". Silvano Cima ha appena terminato le manovre per parcheggiare i suoi due gioielli su quattro ruote con cui è arrivato nel paddock dell’autodromo, una Isotta Fraschini Tipo 8 del ’23 e una Lancia Aurelia B20 Gt del ’57. Due vetture da sogno per qualunque collezionista, ieri schierate in bella vista davanti al cartellone di presentazione XIV Rievocazione Storica della Coppa Milano Sanremo, la gara più blasonata d’Italia partita dal circuito di Monza con cento tra le più belle “signore della strada“ in circolazione.
Ma all’autodromo di Monza a farsi notare per prime sono le due auto di Silvano Cima, ognuna con una storia da film, a cominciare proprio dall’Aurelia che oltre a essere un esemplare raro e in perfette condizioni ha come unico elemento “non originale“ il clacson: "Gli ho fatto montare la tromba quadritonale dell’Aurelia B24 del film “Il sorpasso“, proprio quella dell’auto che era stata usata da Vittorio Gassman e che negli anni ’60 avevo trovato. Ma questa Aurelia B20 Gt è più bella, ancora perfetta", racconta con un certo orgoglio il suo proprietario "ambrosiano doc", dice, ma che ha realizzato la sua fortuna in Brianza 50 anni fa. Cima ha lavorato per l’Olivetti "quando abbiamo realizzato i primi software italiani", dice, è stato titolare della Sct Italia, "l’azienda con cui ho inventato i cedolini degli stipendi con la busta e avevo tantissimi clienti in Brianza", ed è anche stato direttore negli anni ’60 dell’Ibm "quando è iniziata la Silicon Valley della Brianza, erano gli anni d’oro dell’Ibm quando sono stati costruiti gli stabilimenti a Vimercate". Tante attività che gli hanno permesso di soddisfare la sua passione per le auto senza tempo e dove il restauro completo dell’Isotta Fraschini del ’23 rappresenta il punto più alto.
"L’ho trovata in Sud America nel 1975, era da uno sfasciacarrozze a Lima – racconta Cima –. Mi ricordo ancora quando mi hanno telefonato e mi hanno detto che c’era una vecchia auto con la sigla “IF“ su cofano: ho preso il primo aereo per il Perù". Ma quella Tipo 8 del ’23, carrozzeria Sport Torpedo di cui "non ce ne sono più di 5 o 6 al mondo", prima di tornare in Italia in perfette condizioni ha dovuto fare un lungo viaggio. Prima in Inghilterra dove nel 1985 è stata affidata a uno dei più importanti restauratori di auto d’epoca di Londra "che ci ha impiegato tre anni e mezzo per rimettere in funzione le parti meccaniche, mentre per sistemare la carrozzeria l’ho portata in Italia: è arrivata nel 1989 ed è venuta pronta nel 2008". Rimettere a nuovo un’auto che proprio nel 2023 compie 100 anni è stata un’impresa durata oltre 40 anni, ma l’Isotta Fraschini di Silvano Cima è un esemplare tanto raro e importante che nel 2010 il ministero degli Esteri l’ha chiesta in prestito per essere collocata all’ingresso del Padiglione Italia dell’Expo di Shanghai e così "l’hanno potuta ammirate 85 milioni di visitatori come simbolo del Made in Italy". Su quale sia il suo prezzo c’è un aneddoto che ne definisce il valore: "Non posso dire il nome, ma c’è stato un famoso attore italo-americano di Hollywood che mi ha offerto 5 milioni di dollari per comprarla. Gli ho detto “no“ – conclude Cima –, sarebbe stato come vendergli una figlia".