Le donne e la mummia. Lord Byron affascinato dalle bellezze monzesi ... e dai resti di Estorre

Nel bicentenario della morte del burrascoso e libertino poeta inglese emerge dalla sua corrispondenza una traccia del viaggio in città. Le ha ritrovate il collezionista e storico fai da te Vittorio Rossin.

Le donne e la mummia. Lord Byron affascinato dalle bellezze monzesi ... e dai resti di Estorre

Le donne e la mummia. Lord Byron affascinato dalle bellezze monzesi ... e dai resti di Estorre

Quando mise piede a Monza e in Brianza, due cose colpirono la sua immaginazione. La bellezza delle donne. E una mummia. Coerente con quello che in fondo era ed è sempre stato George Gordon Noel Byron, VI barone Byron, meglio noto come Lord Byron. Poeta e avventuriero romantico, burrascoso, ribelle e libertino, proprio come i suoi eroi. Il nobile letterato britannico passò alla storia anche per il suo Grand Tour, il lungo viaggio in Europa che nel XIII secolo veniva spesso intrapreso dagli aristocratici. Ed è proprio nel corso del suo soggiorno in Lombardia che Lord Byron si trovò a frequentare a lungo a Milano (e la Brianza). Nell’ottobre del 1816 Byron a Milano entrò in contatto con Silvio Pellico e Vincenzo Monti e conobbe lo scrittore francese Stendhal. Ed è al soggiorno milanese di Byron e alla sua assidua frequentazione con l’abate Ludovico Di Breme che, nel bicentenario della morte di Byron (19 aprile 1824), è stato appena dedicato un libretto: l’autore si chiama Vittorio Rossin, funzionario all’ufficio statistico del Comune di Monza, appassionato di storia e grande collezionista. Scopriamo così da cosa rimase affascinato a Monza nell’ottobre 1816 lord Byron, accompagnato dall’amico John Cam Hobhouse.

Lo scrive in una lettera spedita a novembre: "Le fanciulle del contado hanno tutte begli occhi neri, soavissimi, e molte di esse sono belle". E poi le mummie: "Vi sono anche due corpi morti ben conservati… l’uno di San Carlo Borromeo a Milano; l’altro non di un Santo, ma di un Duce militare chiamato Visconti a Monza… entrambi meravigliosi". La mummia di Visconti è quella conservata nel Duomo di Monza. Lo racconta bene John Cam Hobhouse. "Abbiamo visitato Monza e lì abbiamo visto delle curiosità… Ciò che più ci colpì, dopo il Sacro Chiodo all’interno della celebre Corona Ferrea, fu lo scheletro del conte Estorre Visconti, ucciso durante l’assedio di Monza nel 1412".

Fino a qualche anno fa, entrando nel chiostrino del Duomo, bastava dirigersi verso una vecchia anta di legno. Dietro, si apriva un piccolo armadio a muro seminascosto, ma bastava tirarne un battente per imbattersi in una scoperta impensabile: una figura umana spettrale, uno scheletro a prima vista, con la chiostra dei denti ben visibile. Appartiene a Estorre Visconti. Nato a Milano il 2 aprile del 1346 e morto a Monza il 7 gennaio del 1413. Figlio (illegittimo) di Bernabò Visconti, già signore di Milano, tentò di vendicarne la morte ed ereditarne il potere ma si ritrovò invece soltanto a dominare per sei anni la città di Monza. Spiega sempre l’amico di Byron: "Fu ritrovato fra le rovine dell’antico castello, e conservato in un armadio nel chiostro della cattedrale. La carne era attaccata a molte parti, particolarmente alle mani e alla gamba sinistra, la cui caviglia sembrava appena fracassata dal colpo che lo uccise: sopra c’era l’apparenza del sangue. Il buco sotto il seno destro è stato praticato dopo il ritrovamento del corpo. La sua spada, un’arma corta, larga e della punta molto affilata, era appesa con lui nel fodero. L’inizio dell’iscrizione, su un foglio di carta nella teca contenente le ossa, recita così: ‘Questo scheletro racchiudeva un tempo l’anima del conte Estorre Visconti’. Questo scheletro, le tombe della cattedrale e i busti in gesso dell’antico Palazzo Visconti a Milano, erano tutto ciò che ci ricordava la potente famiglia che così a lungo governò questo bel paese". Nel 1407 Estorre era stato proclamato signore di Monza, ed era riuscito ad aprire una zecca in città, dalla quale fece coniare una moneta chiamata il “grosso monzese“. Il 16 maggio del 1412, Estorre era stato proclamato addirittura Duca di Milano. Ma già a giugno Filippo Maria, fratello del Duca spodestato, era riuscito a vendicare l’onore di famiglia e aveva sconfitto Estorre costringendolo a rifugiarsi a Monza. Qui rimase sotto assedio nel castello per quattro mesi, fino a quando non arrivò a farlo fuori il Carmagnola, condottiero e capitano di ventura. Ma Estorre non morì per mano sua: mentre era intento ad abbeverare il suo cavallo nel cortile del castello, era stato raggiunto da una pietra lanciata con un colpo di spingarda o di colubrina, una sorta di catapulta, manovrate dagli assedianti. Una pietra pesante e acuminata, il colpo forte gli aveva fratturato il collo del piede sinistro: la morte era sopraggiunta per infezione – alcune cronache parlano di dissanguamento – nel giro di pochi giorni. Si dice che il terreno particolarmente fangoso vicino al fiume Lambro in cui il cadavere ormai dissanguato era dovuto rimanere per tre mesi, avessero favorito la sua naturale mummificazione.

E così, quando fu ritrovato nel 1711 nel corso di alcuni lavori, il corpo di Estorre si presentavaperfettamente mummificato, in postura eretta. Proprio in questa mummia si imbatte dunque Byron. Aggiunge ancora il suo amico: "Gli italiani non provano quel terrore per le ossa umane trovato tra le altre nazioni". Da tempo la mummia di Estorre è custodita nel chiostro frl Museo, nascosta in una teca. La sua spada è nel Museo del Tesoro del Duomo. Di recente si è venuto a sapere che la mummia verrà sottoposta ad analisi e verrà spostata in posizione sdraiata per conservarla meglio. Poi, uno spazio del Museo sarà finalmente appositamente riservato a custodire Estorre e sarà più facile andarlo a vedere. Chissà se a questo punto potrà finalmente trovare quella pace che ancora attende.