ALESSANDRO SALEMI
Cronaca

Le ciclabili in ordine sparso. Oltre 36 chilometri di piste finiscono in un vicolo cieco: "Ora mettiamole in rete"

I percorsi sono spesso interrotti da incroci o si immettono direttamente sulla strada. La presidente dell’associazione Fiab: vanno collegati tra loro, anche davanti alle scuole.

Le ciclabili in ordine sparso. Oltre 36 chilometri di piste finiscono in un vicolo cieco: "Ora mettiamole in rete"

Le ciclabili in ordine sparso. Oltre 36 chilometri di piste finiscono in un vicolo cieco: "Ora mettiamole in rete"

Piste ciclabili in ordine sparso. Alcune iniziate e mai completate, altre che finiscono in niente o in mezzo alla strada. Altre ancora in attesa di essere realizzate. A Monza, a fronte di tratti stradali che vantano collegamenti ciclabili efficaci, come nel caso della ciclabile sul canale Villoresi, o di quella di viale Lombardia, ce ne sono altri che avrebbero l’esigenza di collegamenti allungati, e altri ancora, importanti, che ne sono privi. A mancare più che altro è una rete che raccordi i principali snodi viabilistici della città, soprattutto verso il centro. Le ciclabili che si contano attualmente in città sono 18, per una lunghezza complessiva di 36 chilometri. Negli ultimi tempi sono aumentate, con le piste di viale Elvezia, via Lario, via della Birona e via Aquileia. Un’altra, su viale Sicilia, è in corso di progettazione, mentre altre tre sono in fase di sviluppo: in via Monte Bianco a Triante (in corrispondenza dell’incrocio con il canale Villoresi), via Lecco e corso Milano. Tutto seguendo il disegno del BiciPlan realizzato dall’Amministrazione Scanagatti nel 2017: il documento definisce i tracciati dei 10 itinerari principali e il reticolo secondario, con l’obiettivo di fornire la città di collegamenti ciclabili protetti su assi sud-nord, est-ovest, di circonvallazione e radiali tra quartieri e centro. A breve la giunta Pilotto darà il via libera al Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums) che integra il BiciPlan con collegamenti alle scuole e la creazione di Zone 30. "Il Pums può essere il punto di partenza per il salto di qualità – osserva Saveria Fontana, presidente di Fiab Monza in Bici –. Il problema sostanziale di Monza è che non ci sono ciclabili verso il centro e la stazione, e poco verso scuole e palestre. L’obiettivo deve essere avere una rete a doppia circonferenza, irradiata di raggi che coprano anche le aree centrali".

Ma anche "la segnaletica va ripassata in tanti tratti perché non visibile. E non meno importante è che negli incroci siano le auto chiamate a rallentare, magari con dossi e dissuasori. Per noi – prosegue l’attivista – è fondamentale la città a 30 chilometri orari". D’altra parte non sono pochi i ciclisti monzesi. Secondo l’ultimo censimento di Fiab e Legambiente Monza sono 3.400 i mezzi sostenibili che si muovono in città mediamente ogni mattina, di cui l’84% bici e il resto monopattini.