Grandi sorrisi, accompagnati dalla soddisfazione di veder premiati il proprio impegno e la propria passione. Ma anche un po’ di commozione. È la gamma di sentimenti emersa l’altro ieri pomeriggio in municipio a Monza, quando 15 studentesse universitarie di Monza, Brugherio e Villasanta, hanno ritirato l’attestato che certifica il loro riconoscimento di altrettante borse di studio Sis-Stem, cioè rivolte a giovani donne iscritte al primo anno di un percorso universitario di area scientifica - Stem (Science, technology, engineering and mathematics) appunto - triennale o magistrale.
Una soddisfazione che deriva, oltre che dall’oggettiva utilità del contributo economico, anche dall’essersi sentite riconosciute e accreditate come donne di scienza, ambito che nelle immatricolazioni (e nell’immaginario) è ancora più a tinte maschili. Tra le aggiudicatarie (8 di Monza, 6 di Brugherio e una di Villasanta), sette si sono iscritte in facoltà di ingegneria, cinque in scienze, una in architettura, una in farmacia e una in fisica.
A procedere con le premiazioni sono stati il sindaco di Monza Paolo Pilotto e l’assessora ai Giovani Andreina Fumagalli. Ad ogni aggiudicataria spetta un contributo a parziale copertura delle spese universitarie, calcolate in base agli stanziamenti dei singoli Comuni, con un valore per la città di Monza di 1250 euro. Dietro ad ogni borsa di studio si nasconde una storia fatta di sacrifici, ambizioni, sogni.
È così per Sara Mohamed, diciottenne monzese con famiglia di origini egiziane, studentessa al primo anno di ingegneria biomedica al Politecnico di Milano, fresca di diploma al liceo scientifico Frisi. "Amo da sempre le materie scientifiche, soprattutto matematica e chimica, e ho iniziato le prime due settimane al Politecnico con grande entusiasmo – commenta emozionata –. Della scienza mi affascina il fatto che serva capire più che studiare a memoria. La consegna della borsa di studio è per me un momento molto importante, che mi spingerà ancora di più ad applicarmi al massimo". Le basi assimilate al Frisi si stanno rivelando fondamentali per lei. "Il mio liceo è stata sicuramente una grande palestra – commenta –. Alcuni concetti difficili li ho già assimilati lì, per cui ora rispetto ad altri miei compagni di corso mi trovo più facilitata, e sono sempre ben disposta ad aiutarli. Il Frisi è stato tosto, ma mi ha dato tanto. È grazie alla preparazione acquisita lì che sono riuscita a superare il test d’ingresso per il Politecnico al quarto anno, potendomi fare un ultimo anno in maniera più tranquilla".
A superare brillantemente il test d’ingresso al Polimi, quest’anno, è stata anche Sara Ciccotti (19 anni), questa volta però in Progettazione dell’architettura. In lei l’amore per i numeri si unisce a quella per il disegno, venendo dal liceo artistico Nanni Valentini. "A scuola mi piacevano sia le materie scientifiche sia quelle di indirizzo – racconta –. Passare il test d’ingresso a numero chiuso è stata la prima grande emozione, questa è la seconda. Per me ottenere la borsa di studio significa pagarmi da sola gli studi, anche se i miei genitori non vorrebbero".
"Noi abbiamo un Isee basso perché lavora solo mio padre – continua – e mi sembra il minimo dare il mio contributo". La determinazione non le manca: "Al Politecnico mi piace molto il corso. Sto facendo solo un po’ di fatica ad ambientarmi per via del fatto che ho un disturbo dello spettro autistico. Ma non mollerò, perché ho tanta passione per quello che faccio".